Punta dei Banditi 560 m
parete W, via Black Hole
Prima ascensione. Delio Ricci, L. Serafini, M. Soregaroli, il 9 dicembre 1988.
Prima ripetizione di Lorenzo Castaldi, Alessandro Gogna e Marco Marrosu il 29/03/02
Avvicinamento.
dall'azienda agrituristica Su Casteddu, indicazioni, poco oltre Biasì (nei pressi di Padru) ha origine una strada sterrata che porta verso oriente, cioè verso le ben visibili pareti W del Casteddacciu, che da qui si presentano come due triangoli posti alla stessa altezza. Quella di sinistra (Quota 560 m) è caratterizzata da un buco a due terzi della parete e si chiama Punta dei Banditi.
Seguire la sterrata fino a che è tracciata e sgombra dalla vegetazione. E possibile seguirla con un fuoristrada con il permesso del proprietario. All'improvvisa interruzione vegetale prendere un sentiero a sinistra che subito si dirama in tre tracce. Seguire la traccia centrale, quella che più si dirige verso la quota 560 m del Casteddacciu. Il buon sentierino sale fino a raggiungere una lieve crestina-spalla quotata 436 m di macchia mediterranea proprio di fronte alla parete WSW di P.ta Banditi.
La via supera centralmente la parete W, caratterizzata da un grande grottone tafonato, che si risale internamente uscendo poi sulle lisce placche sovrastanti. Raggiunta la spalla quota 436 m, alla base della Punta dei Banditi attraversare la valletta che separa la spalla dalla parete, fino alla base delle placche basali: costeggiarle in direzione N, in leggera discesa fino ad un ripiano con un caratteristico dente.
Attacco: risalire alcune placchette fessurate obliquamente a sinistra in direzione di un terrazzo con due grossi alberi di ginepro, posti sotto la verticale del grande grottone tafonato, all'inizio di un caminetto che incide obliquamente a destra tutta la grande placconata basale.
Descrizione:
L1: risalire il muretto sovrastante mediante una lama ed infilarsi a destra nell'origine del lungo camino: abbandonarlo dopo pochi metri per risalire sulla destra ad una clessidra, traversare a sinistra mediante una lama e rientrare nel camino risalendolo fino al suo sbocco su un ripiano erboso (45 m, V, V+ e V, 1 ch sosta, S1) Il chiodo di sosta non è stato trovato ed è probabilmente uno spit.
L2: rimontare direttamente le svasature che incidono la placca sovrastante fino alla base della fessura-camino che sale al grottone tafonato (15 m, IV, 2ch in sosta, S2).
L3: risalire interamente la fessura, superando 2 rigonfiamenti, fino ad un ripiano all'ingresso del grottone (30 m, V+, VI+ e V, 1 ch e 3 ch in sosta di cui 1 spit, S3).
L4: proseguire nel camino arrampicando dentro il grottone, superando 2 strapiombi, e abbandonarlo a destra in traversata su placche che portano ad un catino sospeso (45 m, IV+ e V, S4).
L5: uscire sulla cresta che delimita esternamente il catino, volgere a destra (N) e, aggirato uno spigoletto tenersi sul suo filo sn tralasciando i ripiani erbosi più a sinistra, risalire delle fessure svasate verso destra fin sotto uno strapiombo: da qui traversare una liscia placca a destra e prendere una svasatura che conduce ad una nicchia con alberello (45 m, III, IV e V, S5).
L6: traversare 2 m a destra e superare un muretto che adduce ad una canaletta da seguire fino alla cresta sommitale (20 m, VI-, V e V+, 2 spit, S6).
L7: per facili rocce verso destra alla vetta.
Dislivello 200 m
Tempo impiegato: ore 4
Difficoltà TD+
Materiale impiegato: nut, friend, cordini
Discesa con calata dal versante opposto e poi a piedi dal versante E e dal canale a S.
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