mercoledì 28 giugno 2017

Cima Wilma (2782 m), diedro ovest o via normale

Oggi, 26/06/2017, mi sento un po come il figliol prodigo. Oggi, finalmente, sono tornato a "casa", sono tornato ad arrampicare sulle "mie" Pale.

Salito in giornata il diedro ovest o via normale di Cima Wilma, via semplice ma mai banale.
La via è caratterizzata da un lungo colatoio/rampa/diedro ascendente da destra verso sinistra e lo si raggiunge facilmente dal rifugio Pradidali.
Roccia in generale buona, a tratti un po lisciata dagli eventi atmosferici e a tratti ben appigliata.
Difficoltà sempre contenute sul III grado, tranne un breve tratto centrale dove ho trovato difficoltà sul IV.
Soste attrezzate con chiodi, cordino di collegamento e anello per la discesa in corda doppia.
La via è difficilmente attrezzabile a causa della roccia molto compatta, poche anche le clessidre.
 
Accesso: si lascia l'auto in Val Canali e si sale a piedi al rifugio Pradidali. Da qui si prosegue verso il laghetto senza raggiungerlo. Si abbandona il sentiero e si devia a destra e per tracce fino alla base della parete ovest (3 ore dal parcheggio con buon passo).
 
Attacco: salendo si individua molto facilmente la rampa/diedro che sale da destra verso sinistra.
Si attacca sul bordo piu a destra in corrispondenza di una grande clessidra.
 
Descrizione: la via sale su rocciette rotte con difficoltà di II/III grado, restando sempre all'interno del diedro. Un breve tratto, circa a metà via, di IV.
Le soste sono tutte attrezzate a chiodi, cordino di collegamento ed anello.
Raggiunta la forcella la si scavalca e ci si porta sul versante opposto e per traccia esposta si raggiunge la cresta. Da questa per cresta o per traccia, che passa appena sotto, si raggiunge la cima.
NB: la via nel tratto centrale è facile trovarla bagnata, ciò ci obbliga un po ad uscire dal diedro/canale e portarsi sul lato sinistro in corrispondenza di una bella fessura.
 
Discesa: lungo la linea di salita. Appena sotto la forcella partono le doppie. Calate quasi tutte di 30 metri, tranne una con la quale con la corda da 70 metri con qui sono salito sono attivato ai nodi di fine corda. Le ultime due calate seguono un camino di discesa più verticale e diretto. Attenzione che l'ultima doppia è di circa 50 metri.  Io sono sceso in doppia fino al suo termine e poi in disarrampicata (II).
 
Difficoltà: III con un breve tratto di IV
Sviluppo: 400 metri
Dislivello: 270 metri
Salita solitaria e slegato, tranne il tiro centrale di IV dove sono salito in autosicura.
Tempo impiegato: 5 ore fino alla cima, 4 ore per la discesa
 
La foto con la traccia della salita.
In cima.

giovedì 8 giugno 2017

Riflessioni su una tentata salita (Cervino)

Dopo la mia breve ed unica esperienza sul Cervino dalla via normale italiana (tentativo), voglio fare alcune riflessioni personali.
 
Il Cervino in tutta la sua bellezza
Il tempo (meteorologico)
Prima di tutto il tempo meteorologico, il Cervino è una montagna di oltre 4400 metri di quota ed il tempo è molto variabile. 
Quando soffia il vento è veramente fastidioso e se tira forte crea problemi di equilibrio.
Il freddo è pungente anche con lo zero termico alto.
Dopo recenti nevicate può capitare che la neve nasconda la traccia e questo rende difficile l'orientamento anche se la via è abbastanza logica.
Il verglas è molto insidioso, soprattutto al mattino quando si parte ancora assonnati e con la sola luce della lampada frontale.
 
Il tempo (durata dell'ascensione)
Secondo, prendersi il tempo che serve. Per una salita fatta nei tempi corretti, rilassati ma non troppo, considerare 3 giorni!!!
  • Il primo per la salita da Cervinia al rifugio Carrel, 1800 metri di dislivello.
  • Il secondo per la salita alla cima del Cervino e ritorno alla Carrel.
  • Il terzo per la discesa a valle.
  • Più i giorni per gli accessi stradali.
Non so voi, ma io non sono né un Bonatti né un Killian che si possono permettere una salita e discesa in giornata!!!
 
Dopo una nevicata, le tracce possono scomparire e la salita diventa faticosa.
Preparazione fisica
Terzo, visti i dislivelli importanti, io suggerisco di allenarsi su salite di pari o maggior livello. È consigliabile saper affrontare una salita di 2000 metri di dislivello, con sviluppo di almeno 20 km (salita + discesa) abbastanza agevolmente.
La resistenza prevale sulla forza e bisogna essere lucidi anche nei momenti di stanchezza.
Magari aver salito qualche altro 4000 nella stessa stagione.
Partire riposati.
 
Difficoltà tecniche
Quarto, la via non presenta difficoltà tecniche elevate,  ma bisogna muoversi abbastanza agevolmente sia in salita che in discesa su difficoltà di II-III grado, in conserva corta o meglio se slegati. Pensare di fare tiri di corda normali come in arrampicata è improponibile.
I tratti più difficili sono attrezzati con corde o scalette.
 
A seconda della stagione, spesso si arrampica su terreni misti, con i ramponi ai piedi.
Materiale
Quinto, essere leggeri! Portate il materiale che vi serve e niente di più. Questo vi renderà veloci e sicuri.
A questo scopo ho stillato una lista che io considero indicativa:
  • Zaino da 35 litri
  • Scarponi leggeri, ramponabili, che tengano la neve ed il bagnato
  • Ramponi da misto
  • Piccozza non troppo lunga, io ho utilizzato una da 60 cm classica
  • Imbrago con longe
  • Mezza corda da 60 m, io, salendo in solitaria, ho utilizzato una corda in kevlar da 60 m, per eventuali doppie in discesa
  • Discensore e bloccante
  • Qualche cordino d'abbandono
  • Caschetto da roccia
Abbigliamento
  • Giacca gore-tex
  • Piumino
  • Pile pesante e leggero
  • Pantaloni di media pesantezza che tenga l'aria, neve/pioggia
  • Intimo tecnico lungo
  • Berretto pile
  • Fascia collo
  • Guanti (leggeri e pesanti), eventuali guanti lavoro
  • Ghette
Altro
  • Borraccia (2x0,75), una esterna fissata sullo spallaccio
  • Occhiali
  • Torcia frontale con batterie cariche
  • Crema solare ad alta protezione, anche totale se necessita
  • Barrette, frutta secca, integratori, salame, speck, formaggio,  ...  alimenti a scelta personale
  • Un fornello piccolo a gas e bomboletta carica
  • Un pentolino per far acqua e cuocere gli alimenti
  • Sacco in piuma o sacco letto, al bivacco ci sono le coperte
  • Kit del pronto soccorso
Con questi veloci appunti,  mi auguro, la prossima volta, di ricordami di evitare alcuni "errori" per aumentare le possibilità di successo.

 

domenica 4 giugno 2017

Cima degli Spiriti e Cima Tuckett

Due divertenti itinerari scialpinistici da percorrere in stagione primaverile con partenza dal Passo dello Stelvio.
In stagione estiva possono essere saliti anche a piedi con attrezzatura da ghiacciaio.

Entrambi i percorsi partono dal Passo dello Stelvio (2760 m), direttamente sci ai piedi dal passo sfruttando le piste da sci.

Si sale in direzione del rifugio Livrio. Tratto in comune per entrambi gli itinerari.

Per la Punta degli Spiriti si prosegue costeggiando le piste da sci, fino al loro termine.  Con l'ultima breve salita (150 metri di dislivello) si raggiunge la facile cima a 3465 m.

Per la Cima Tuckett,  dal colle a sud del rifugio Livrio,  si toglie le pelli e si scende verso est fino a portarsi sul ghiacciaio sottostante. 
Si ripella, sempre in direzione est, per un ripido pendio nevoso fino ad un tratto meno ripido fra Cima Tuckett (dx) e cima Madaccio di Dentro (sx).
Si prosegue a destra la larga dorsale fino ad arrivare sulla cima a 3459 m.

A seconda delle condizioni dell'innevamento entrambi i percorsi possono essere raggiunti sci ai piedi o con facile salita su cresta rocciosa.

Discese lungo gli itinerari di salita. Da Cima Tuckett considerare che bisogna risalire fino al colle nei pressi del rifugio Livrio per ridiscendere al Passo dello Stelvio.

Entrambi i percorsi sono spesso tracciati e durante i fine settimana anche affollati.

Punta degli Spiriti
Difficoltà: MS
Dislivello: 700 m
Sviluppo: 9 km

Cima Tuckett
Difficoltà: BS
Dislivello: 1100 m
Sviluppo: 13 km
Traccia della salita a Punta degli Spiriti

Traccia della salita a Cima Tuckett

Verso Cima Tuckett

Vista da Cima Tuckett verso nord

Vista da Cima Tuckett verso l'Ortles