venerdì 25 ottobre 2013

Sui graniti delle Dolomiti - Via Giorgio Asnicar, Cima d'Asta

Torre Gillo Cavinato
Nel mezzo delle Dolomiti, sorge un'area composta di roccia vulcanica!
Si tratta dei Lagorai, in essa la roccia predominante è il porfido, ma su cima d'Asta e nel sottogruppo della Rava, vi troviamo dell'ottimo granito con caratteristiche quasi da calcaree.

La salita che vi propongo, che è stata percorsa nell'estate 2013, percorre una torre minore di Cima d'Asta, la Torre Gillo Cavinato, un ottimo approccio per salite più impegnative in zona.

La via Giorgio Asnicar, aperta da Ruggero Daniele e Mario Piasente è una tra le vie più facili della torre, ma sicuramente una delle più divertenti.


Schizzo delle vie sula Torre Gillo Cavinato
n.2 la via Giorgio Asnicar
La roccia è sempre molto solida ed alterna bei movimenti in placca a movimenti in diedro.

La via è attrezzata con protezioni intermedie e soste con catena (IV/S2/I) ed ha uno sviluppo di circa 200 metri.

Per una ripetizione sono sufficienti una decina di rinvii ed una corda intera. Friend e nut non necessari.

Attenzione alle seconda sosta, si trova sulla destra ed è nascosta da un pilastrino, si potrebbe correre il rischio di saltarla e concatenare il secondo con il terzo tiro!

Alla prima sosta

Sui tiri finali
Le stupende rocce della Cima d'Asta
La discesa avviene in corda doppia (una calata da 25 metri) e poi seguendo il Canale dei Bassanesi.
Dalla cima scendere seguendo la cresta verso nord, tracce di passaggio, ometti, qualche passo in disarrampicata, fino a trovare la sosta per la calata.

La via è stata percorsa in giornata partendo da Malga Sorgazza, con una bella "camminata", eventualmente si può spezzare la gita in due giorni pernottando all'ottimo rifugio O.Brentari.

Buone salite a tutti.



Scialpinismo Dolomitico, 2012/13

Val Lasties, Gruppo del Sella

Curvette sulla neve, scendendo da Punta Penia

Lago Fedaia, tra le nebbie la Marmolada

Attraversamenti alla base del Sella

Ai piedi del Piz Ciavazes

Val di Mesd', Gruppo del Sella

Piz Ciavazes

Cascata Cassiopeo, Val Lasties

Verso Pina dei Fiacconi, Marmolada

Gruppo del Sella
Gruppo del Sella, dal passo Pordoi, all'alba di una nuova avventura.



lunedì 14 ottobre 2013

Torri di San Pantaleo, Sardegna

Le Torri San Pantaleo rappresentano il complesso granitico più importante della Gallura Orientale e prendono il nome dal vicino paese posto a nord di Olbia.
Le Torri di San Pantaleo
A pochi chilometri dalla Costa Smeralda, le Torri di San Pantaleo si potrebbero considerare le "Dolomiti" della Sardegna.

La maggior elevazione è rappresentata dalla Punta Cugnana, 650 m.
Ma le guglie più interessanti dal punto di vista arrampicatorio sono sicuramente:

  • Punta di Sant'Andrea, 366 m
  • Punta di la Vigna Vecchia, 361 m
  • Punta Pelchia Manna, 421 m
  • Punta Balbacanu, 420 m
Le Torri di San Pantaleo sorgono in un area "clean climbing" e quindi le vie non sono attrezzate, quei pochi spit che ci sono non sono in buono stato ed in genere sono l'errore di qualcuno che non è riuscito salire la parete con lo stile degli apritori.
L'accesso e la discesa si svolgono nella macchia mediterranea, senza sentiero ma l'orientamento non è problematico. Accedervi con l'abbigliamento adeguato.
Stazzo Manzoni
L'accesso più facile parte dallo Stazzo Manzoni al quale ci si arriva seguendo una stradina che diparte dal centro del paesino di San Pantaleo, eventualmente chiedere informazioni in loco.
Le vie più interessanti sono la T38 sulla Punta di Sant'Andrea e la T39 sulla Punta Balbacanu.
Un'altra bella e facile (IV) salita è la cresta della Punta di la Vigna Vecchia, una sorta di pettine appoggiato con i denti rivolti verso l'alto.


Relazione della via T39
Punta Balbacanu (Torri di San Pantaleo) 420 m, parete S, via T39°
Punta Balbacanu, con il
suo inconfondibile "naso" sulla destra
Prima salita: Alessandro Gogna e Marco Marrosu, il 29 agosto 2000. Dislivello:160 m Difficoltà: fino al VII-Materiale: 2 serie di friend (grandi compresi), 1 serie di nut
Dallo Stazzo Manzoni 185 m seguire brevemente verso S un sentierino che s' inoltra nella macchia verso la Punta Cugnana. Allorché è ben visibile la parete S, salire faticosamente nella fitta macchia fino all'attacco, situato una decina di m a destra della base della spaccatura e una trentina di m più in alto del punto più basso della parete (freccia scolpita). Salire pochi m a sinistra ad uno spuntone, poi diritti ad una concavità rossastra (III+) nella quale si entra con passo delicato (VII-), uscendone a destra per salire una fessura (VI) fino ad un cordino lasciato su tafone. Proseguire lungamente (III, IV-) fino a raggiungere, un po' a sinistra, la spaccatura di direttiva dell'itinerario. 50 m. S1. Salire nel camino, dapprima facile (II), poi un po' più difficile (III, IV-), sempre in obliquo a destra fino a due chiodi di sosta lasciati. 45 m.S2. 
Uscire dalle profondità del camino verso destra, in corrispondenza della divisione in due rami della spaccatura; effettuare un emozionante salto verso destra (E) e proseguire (1 cordino lasciato) qualche m per la deviazione di destra, proprio sotto al tetto (III). 15 m. S3 (1 ch. lasciato). Superare il tetto con andamento a sinistra (A2) e uscirne alla base della fessura. 10 m. S4 su spuntone. 
Salire la fessura faticosa fino alla fine, VI e VI+. 25 m. S5 in comoda nicchia, alla base della parete terminale. Traversare a sinistra 7-8 m, delicato, V e VI-, per raggiungere un camino. Salirlo, VI, 1 ch. lasciato. Proseguire per il camino seguente (IV+, III) fino alla fine delle difficoltà. 35 m. S6.

Proseguire senza itinerario obbligato alla vicina vetta, II+, 25 m. S7.
Sulla via della Grande Opposizione
Punta Balbacanu
Discesa: scendere per la via normale in direzione E con facile arrampicata, poi con doppia da 25 m su alberello, poi ancora in facile arrampicata fino alla selletta tra la Punta Balbacanu e la Punta Muvrone. Scendere nel facile canalino settentrionale fino a guadagnare un sentierino che verso W scende allo Stazzo Manzoni.

La via segue l'andamento di una spaccatura obliqua da sinistra a destra che, a due terzi di altezza in corrispondenza di un grosso tetto, si divide in due rami a Y. Senza seguire nessuno dei due, si sale direttamente il tetto e l'evidente fessura sovrastante. Itinerario assai vario, uno dei più belli dell'intero gruppo. 

Link: http://www.sardiniaclimb.com/





Ciclamini in Sardegna, notare la foglia
seghettata al contrario di quella
rotonda del continente



Monte Limbara, Sardegna

Il monte Limbara è una delle vette più importanti della Sardegna, la più elevata nella parte settentrionale e rappresenta il cuore della Gallura, facilmente raggiungibile da Tempio Pausania.
Esso è costituito quasi esclusivamente da rocce granitiche e le elevazioni principali sono:

  • Punta Balestrieri, 1359 m
  • Punta Bandiera, 1336 m
  • Punta sa Beritta, 1330 m
  • Punta Giugantinu, 1333 m
  • Monte Biancu, 1150 m
  • Monti Longu, 1010 m

Itinerari di arrampicata
I graniti di questa zona sono rivestiti di licheni crostosi che dopo piogge possono diventare particolarmente scivolosi, quindi sono da sconsigliare le salite su placche da farsi in aderenza e sulle pareti a nord.
Gli itinerari sorgono in un'area "clean climbing" o arrampicata classica o boulder. Alcuni recenti itinerari sono stati attrezzato con le sole soste.

Punta sa Beritta è la vetta più elegante del M.Limbara a causa della sua curiosa cima.
Su di essa vi sono vari itinerari molto interessanti, come:

Punta sa Beritta (da dx a sx: via Sicurezza
Fuori Misura e via Lungo il Guinzaglio 
  • via Lungo il Guinzaglio, VI, 130 m
  • via Morte dei Grassi, IV+, 130 m
  • via Sicurezza Fuori misura, VI+, 180 m
  • e la recente via Lizard, VII-, 130 m

Punta sa Beritta (da sx a dx: in celeste via Morte dei Grassi,
 in rosso via Lizard, in rosso via Lungo il Guinzaglio












Monti Longu
Monti Longu è sicuramente la più bella guglia del Limbara, è situata nel versante meridionale, isolata da altre strutture rocciose, dalla slanciata e circondata da conifere.
Interessanti sono le vie:

  • Nut umano, V, 60 m
  • Viva la Clessidra, V+, 60 m
  • Potenza senza controllo, VII-, 60 m
La caratteristica di questa torre è quella di essere solcata da fessure a "V" che rendono difficili il posizionamento delle protezioni.

Per ulteriori informazioni consultare il testo:
Itinerari sul Limbara di M.Marrosu

domenica 13 ottobre 2013

Concatenamento Monte Plische/Cima Carega

Prima uscita, quasi invernale, sul Carega.
Salito dalle Giare seguendo il sentiero delle Molesse. Arrivato in cima al Plische dalla cresta sud ovest per poi ridiscendere dalla normale a nord fino a giungere al rifugio Scalorbi.
Da qui nuovamente in salita fino a Cima Carega e per finire discesa seguendo il sentiero delle creste e rientrare alle Giare.
Giornata nuvolosa e ventosa in quota. Temperature abbastanza fresche (sono stati necessari i guanti ed un berretto)
Dislivello totale in salita di circa 1400 metri.
Tempo impiegato: quasi 6 ore comprese le pause.
Ottimo allenamento aspettando i tempi per indossare gli sci.

giovedì 10 ottobre 2013

Monte Pulchiana, Sardegna

Il Monte Pulchiana è una delle strutture granitiche più grandi della Gallura.

Il M.Pulchiana è molto complesso, con pareti  che raggiungono i 150 metri e vie di arrampicata con sviluppo anche superiore ai 200 metri.

Lo si può raggiungere dal paese di Tempio Puasania, indicazioni verso Palau. Dopo circa 10 km imboccare una stradina verso sinistra e proseguire per altri 2 km circa, parcheggiare lungo la strada quando questa inizia a scendere, cuspide ben visibile dalla strada principale.

M.Pulchiana, versante W
Per salirlo non esiste una via facile, la via "normale" la si può individuare guardando il versante W.
Osservandolo, si noterà una cengia obliqua da N a S che l'attraversa. Arrivare fino al termine della gengiona, quasi ad affacciarsi sul versante S e salire verticalmente. Da questo momento la via di salita si svolge proprio sulla W/SW. Quindi salire cercando i passaggi più facili tra i massi. Alla fine arrivare su un ripiano dove l'unica maniera di proseguire è quella di risalire una spaccatura che presenta un blocco incastrato poco prima della fine. La spaccatura è stretta e si sale in opposizione, ora larga, poi stretta, ma in ogni caso non proteggibile. Da comunque sicurezza trovarsi dentro e incastrarsi per riposare quando si vuole, sono 15/20 metri, massimo V.
Per ridiscendere basta seguire a ritroso la via di salita.
Per raggiungere la cengia seguire alcune tracce di sentiero in direzione della sella del versante N fino ad individuare la cengia.

M.Pulchiana, versante E
Sulla parete E vi è una via attrezzata a spit, salita e chiodata da ignoti: 130 metri, 6a+ (5c obb), S2.
La via sale seguendo l'evidente vena di quarzo che sale più verticale, fra le due quella di sinistra. Quattro tiri, su placche appoggiate, talvolta ricoperte da licheni che se asciutti non creano problemi.
Per una ripetizione si consigliano 2 mezze corde da 50 metri o una corda intera da almeno 70 metri e 12 rinvii. Il terzo tiro sale una facile (4c) cengietta verso destra, non protetto a spit.
Accesso: dal cancello in legno lungo la strada, diparte una traccia di sentiero che entra nella macchia, seguitela e con ampio giro raggiungere la base della parete E, tempo 1 ore circa.

Avvertenze: tutti gli accessi alle pareti sorgono su terreni privati, prima di entrarvi è buona norma chiedere il permesso al proprietario. Se vi sono cancelli richiudeteli sempre, la zona è terreno di pascolo. Per gli avvicinamenti consiglio indumenti adeguati (pantaloni e giacca a maniche lunghe), la macchia è molto spinosa!

NB: si ricorda che il M.Pulchiana è un monumento naturale ed è vietato attrezzare altre vie a spit.

Capo Testa, Sardegna


La Parete della Luna
La penisola di Capo Testa si trova nella parte più settentrionale della Sardegna a pochi chilometri dal paese di S.Teresa di Gallura.
Un microcosmo di rocce granitiche dalle forme bizzare e surreali, lavorate e modellate dalle forze dei venti e dalle acque del mare.

Sole, roccia e mare
Le rocce di Capo Testa iniziarono ad essere frequentate agli inizi degli anni '70 da arrampicatori lombardi che vi aprirono vari itinerari di diversa difficoltà, sicuramente uno dei più famosi è il Pilastro del Corallo sulla Parete della Luna, ma infinite sono le possibilità di salita.

In cima al Pilastro del Corallo
Come primo approccio, si possono scalare i massi più bassi, anche slegati, con scarpette e magnesite e successivamente cercare di salire linee con maggior difficoltà.

Le linee sono spesso in fessura/camino proteggibili
con difficoltà con fettucce lunghe e friend grandi, talvolta anche n.6 BD!!!

La Mano dell'Orso
Una bella salita di una trentina di metri la si può trovare sulla Mano dell'Orso, una struttura curiosa tra la Baia dell'Indiano e la Baia del Totem, scendendo da Cala Spinosa seguendo la Valle della Luna. Una piccola guglia a forma di mano d'orso con il dorso rivolto verso il cielo, spit di calata in cima.

Altre salite interessanti si possono trovare sulla parete N e NW della La Turri e sul versante N della Parete della Luna con vie di un centinaio di metri di dislivello.


Avvicinamento: passato l'istmo di Capo Testa seguire le indicazioni per Cala Spinosa (parcheggio), poco prima del termine della strada, prendere a piedi, sulla sinistra, una stradina inizialmente asfaltata sbarrata da un cancello di legno. Poi per sentiero fino ad arrivare alla Baia dell'Indiano.

I periodi più consigliati sono sicuramente la primavera e l'inverno.

Per le relazioni fare fede alla Guida dei Monti d'Italia della Sardegna di M.Oviglia.

Incontri ravvicinati...


mercoledì 9 ottobre 2013

Come impegnare mezza giornata uggiosa inizio autunnale


Piccole Dolomiti

Salita a cima Carega

Cima Carega fra le nebbie
Se durante la settimana avete a disposizione solo mezza giornata di tempo, il tempo è lattiginoso, le roccie bagnate e quindi non si può arrampicare o semplicemente per fare una buona camminata in ambiente montano e respirare aria pulita!!! L'itinerario escursionistico che vi propongo è un'ottima soluzione.

Accesso: da Verona o Vicenza seguire le indicazioni per la Val d’Illasi, seguirla fino al suo termine.
Descrizione: partenza dalla località Boschengrobe, appena dopo il paese di Giazza.
Poco prima di tale località, sulla sinistra, troverete un parcheggio dove lasciare l’auto. Seguire la strada asfaltata verso nord. Al primo tornante troverete un sentiero a sinistra, seguitelo. Lungo l’itinerario troverete varie scorciatoie che vi permetteranno di salire più velocemente.
Salite seguendo un po la strada asfaltata ed un po il sentiero.
Oltrepassare il rifugio Boschetto.
Continuate fino al rifugio Revolto, da qui si prosegue lungo il sentiero e si entra in territorio trentino. Un po lung oil sentiero ed un po lungo la mulattiera, salite ed oltrepassare il rifugio Passo Pertica verso il rifugio Scalorbi. Prima di raggiungerlo, dalla mulattiera, prendete il secondo sentiero a sinistra, indicazione Cima Carega, rifugio Fraccaroli, conosciuto anche con il nome “Direttissima”.
Salendo, il bosco si fa sempre più rado fino a diventare una grande pietraia.
La Val di Revolto vista dall'alto
Entrare nel vallone della Teleferica ormai in vista del rifugio Fraccaroli e della cima Carega.
Per rocciette salire fino alla croce di vetta.
Nelle giornate molto limpide, guardando a est, si intravvede la laguna veneta, mentre a sud si distinguono gli appennini, a nord le Dolomiti ed a ovest, se si è fortunati, il Monte Rosa.
Dopo il meritato riposo ridiscendere, con attenzione sui ghiaioni, lungo l’itinerario di salita.

Dislivello: 1400 metri circa
Sviluppo: 24 km circa (andata e ritormo)
Difficoltà: F
Tempo necessario: 2 ore per escursionisti allenati, 5 ore per escursionisti lenti (tempi di salita) ed altre 2 ore circa per la discesa.
Indicazioni essenziali ma chiare, sentiero molto evidente.
Cartografia: Monti Lessini/Carega



lunedì 7 ottobre 2013

Arrampicare...una passione che è un'arte. 
Perchè l'arrampicata non è tanto uno sport, quanto piuttosto una danza verticale, dove si mettono in gioco diversi elementi fisici, tecnici e mentali.