martedì 14 giugno 2016

Punta dei Banditi, via Black Hole (Gruppo del Casteddacciu)

Punta dei Banditi 560 m
parete W, via Black Hole

Prima ascensione. Delio Ricci, L. Serafini, M. Soregaroli, il 9 dicembre 1988.

Prima ripetizione di Lorenzo Castaldi, Alessandro Gogna e Marco Marrosu il 29/03/02

Avvicinamento.
dall'azienda agrituristica Su Casteddu, indicazioni, poco oltre Biasì (nei pressi di Padru) ha origine una strada sterrata che porta verso oriente, cioè verso le ben visibili pareti W del Casteddacciu, che da qui si presentano come due triangoli posti alla stessa altezza. Quella di sinistra (Quota 560 m) è caratterizzata da un buco a due terzi della parete e si chiama Punta dei Banditi.
Seguire la sterrata fino a che è tracciata e sgombra dalla vegetazione. E possibile seguirla con un fuoristrada con il permesso del proprietario. All'improvvisa interruzione vegetale prendere un sentiero a sinistra che subito si dirama in tre tracce. Seguire la traccia centrale, quella che più si dirige verso la quota 560 m del Casteddacciu. Il buon sentierino sale fino a raggiungere una lieve crestina-spalla quotata 436 m di macchia mediterranea proprio di fronte alla parete WSW di P.ta Banditi.

La via supera centralmente la parete W, caratterizzata da un grande grottone tafonato, che si risale internamente uscendo poi sulle lisce placche sovrastanti. Raggiunta la spalla quota 436 m, alla base della Punta dei Banditi attraversare la valletta che separa la spalla dalla parete, fino alla base delle placche basali: costeggiarle in direzione N, in leggera discesa fino ad un ripiano con un caratteristico dente.

Attacco: risalire alcune placchette fessurate obliquamente a sinistra in direzione di un terrazzo con due grossi alberi di ginepro, posti sotto la verticale del grande grottone tafonato, all'inizio di un caminetto che incide obliquamente a destra tutta la grande placconata basale.

Descrizione:
L1: risalire il muretto sovrastante mediante una lama ed infilarsi a destra nell'origine del lungo camino: abbandonarlo dopo pochi metri per risalire sulla destra ad una clessidra, traversare a sinistra mediante una lama e rientrare nel camino risalendolo fino al suo sbocco su un ripiano erboso (45 m, V, V+ e V, 1 ch sosta, S1) Il chiodo di sosta non è stato trovato ed è probabilmente uno spit.
L2: rimontare direttamente le svasature che incidono la placca sovrastante fino alla base della fessura-camino che sale al grottone tafonato (15 m, IV, 2ch in sosta, S2).
L3: risalire interamente la fessura, superando 2 rigonfiamenti, fino ad un ripiano all'ingresso del grottone (30 m, V+, VI+ e V, 1 ch e 3 ch in sosta di cui 1 spit, S3).
L4: proseguire nel camino arrampicando dentro il grottone, superando 2 strapiombi, e abbandonarlo a destra in traversata su placche che portano ad un catino sospeso (45 m, IV+ e V, S4).
L5: uscire sulla cresta che delimita esternamente il catino, volgere a destra (N) e, aggirato uno spigoletto tenersi sul suo filo sn tralasciando i ripiani erbosi più a sinistra, risalire delle fessure svasate verso destra fin sotto uno strapiombo: da qui traversare una liscia placca a destra e prendere una svasatura che conduce ad una nicchia con alberello (45 m, III, IV e V, S5).
L6: traversare 2 m a destra e superare un muretto che adduce ad una canaletta da seguire fino alla cresta sommitale (20 m, VI-, V e V+, 2 spit, S6).
L7: per facili rocce verso destra alla vetta.

Dislivello 200 m
Tempo impiegato: ore 4
Difficoltà TD+
Materiale impiegato: nut, friend, cordini

Discesa con calata dal versante opposto e poi a piedi dal versante E e dal canale a S.

P.ta SA TURITTA (M. Sa Curi - Olbia) Sardegna

P.ta SA TURITTA  416 m

Sperone Nord P.ta Sa Turitta, M. Sa Curi
Difficoltà: V+
Sviluppo: 290 m
Materiale: cordini, nuts, friends

Note:
di sicuro una delle più belle e lunghe salite della Gallura. Avvicinamento breve, difficoltà tecniche modeste ma sostenute, psicologiche discrete. Sicuro divertimento per colui che si avventura in questo dedalo obbligatorio di placche e camini. Decisamente consigliabile.

Accesso:
prendere la strada che porta da Olbia ad Arzachena (SS125). Svoltare a destra dopo 5 km  per Golfo di Marinella, Golfo Aranci. Si vede ora la parete e dopo 2/3 km si svolta in una strada sulla destra con indicazione Ristorante l'Ovile dOrgosolo. Con la macchina sotto la parete. L'avvicinamento alla base è faticoso ma breve.

Attacco:
sperone ben identificabile della parete Nord. Lo sperone più bello e lungo della montagna. La via parte dal punto più basso della parete.

Linea:
la via si tiene sempre sul filo sinistra del pilastro e solo una volta, presso un camino a forma di virgola, alla fine di un canale alberato, si porta centralmente.

Descrizione:
I lunghezza: salire centralmente aiutandosi con arbusti (2 cordini) per poi spostarsi appena possibile sul filo del pilastro, proseguire su frattura sul filo sino ad arbusto in una fessura (S1, 55 m, V-, cordino su albero, sosta).
II lunghezza: Raggiungere l'albero sovrastante tramite aderenza e frattura obliqua. Proseguire sino alla fine della frattura alberata sostando su comoda clessidra (S2, 35 m, V+, cordino di sosta).
III lunghezza: Mantenersi sul filo dello spigolo risalendo un camino che si trasformerà in una fessura esposta. Alla fine della frattura proseguire su placca e sostare a fine corda su albero (S3, 50 m, V-).
IV lunghezza: Proseguire su placca lungo lo spigolo sn per poi traversare a destra ed entrare in un camino a forma di virgola che porta nella porzione centrale della parete. Più facilmente sino ad arbusto (S4, 50 m, V-, cordino lasciato).
V-VI lunghezza: Proseguire più facilmente con due tiri da 50 m, di II/III+ sino all'esigua cima della vetta.

Discesa:
facile. Dal canalone a est si torna alla base della parete.

Pilastro Marragone, Gruppo del Casteddacciu (Sardegna)

Un altra splendida proposta è il Pilastro Marragone, una ventina di km a sud ovest di Olbia nel gruppo del Casteddacciu.
La roccia è il classico granito della Gallura, super lavorato a tafoni.
Ma quello che rende veramente incredibile questo sito è l'avvicinamento pari a "zero"!!! Non scherzo,  l'attacco delle vie è praticamente bordo strada.

Accesso: da Olbia seguire le indicazioni per Padru. Arrivati al centro del paese continuare seguendo direzione sud. Subito dopo (un centinaio di metri) si trova sulla sinistra le indicazioni per il Monte Nieddu (segnaletica stradale).
Seguire la strada in salita per 5,6 km fino a trovare il torrione sulla sinistra. Un centinaio di metri dopo un piccolo parcheggio per un paio d'auto e 1 km più avanti un parcheggio più comodo con una comoda fontana di acqua potabile.

Sul pilastro si trovano 4 vie, tutte rigorosamente in stile clean climbing, con difficoltà variabili dal V al VI+, uno sviluppo di circa 150 metri.

Esposizione: sud ovest, in ombra il primo mattino.

Discesa: una breve doppia porta ad un comodo canale parallelo al pilastro fino alla base dello stesso.

Io purtroppo non sono riuscito a salirlo, causa un forte vento di maestrale e le vacanze al termine...ma se vi capita di essere in zona e vi piace lo stile clean su granito non potete non salirlo.


Accesso al pilastro da Padru

1. Furto a Nieddu (VI+)
2. Via della difesa (V+)
3. Mi tocca aprire (VI+)
4. Via della spinta (VI+)

venerdì 10 giugno 2016

Monte Pulchiana, via normale (Gallura, Sardegna)

Il monte Pulchiana è una delle strutture granitiche più imponenti della Gallura.
Ad est presenta un enorme scudo simile alle montagne dello Yosemite Valley in California. È solcato da una via spittata che corre una vena di quarzo.
Il lato sud ed ovest è solcato da lunghe fessure, diedri, grotte tafonate e cengie e ne fanno il più "facile" accesso alla cima.
Il lato nord è formato da pareti verticali e strapiombanti e tutt'ora ancora in parte inesplorato.

Oggi ho deciso di salire il Pulchiana da quella che viene definita la normale di salita.

Difficoltà: III/IV+
Sviluppo: 180 metri

Esposizione:sud ed ovest

Materiale: salita in free solo, per una ripetizione in cordata utili una serie di friend medio piccoli, cordini ed una corda da 60 metri. Portare con se spezzoni d'abbandono per eseguire o sostituire cordoni per le doppie.

Tempo impiegato (salita+discesa): 4 ore

Accesso: da Tempio Pausania percorrere la strada verso Palau. Alla vista del Pulchiana imboccare la strada asfaltata sulla sinistra che porta alla base del monte.
Parcheggiare l'auto in corrispondenza di una fontana in costruzione sulla destra.
Ritornare indietro a piedi per circa 200 metri. In corrispondenza della fine di un prato atto alla pastorizia e l'inizio del bosco/macchia, scavalcare il muro a secco e per tracce addentrarsi nella macchia con direzione la sella tra il Pulchiana ed il Pulchianin (struttura minore a destra della principale).
Si procede inizialmente nel sottobosco e poi per grossi blocchi, cercando i passaggi più facili (numerosi ometti).
In circa 40 minuti si arriva alla prima parete di arrampicata.

Attacco e descrizione: la via parte sul pilastrino alla sinistra di un canalino.

Seguire un esile cengia a sinistra per alcuni metri e poi diritti per una larga fessura fino ad un alberello (15 m, III+).

Continuare lungo una rampa ascendente verso sinistra fino ad un altro alberello (15 m, II).

Ancora diritti lungo blocchi e facili fessure, fino ad individuare sulla destra una grossa spaccatura obliqua ascendente verso destra (rocce sporgenti sopra la testa). Procedere, quasi strisciando, con i piedi su una placca appoggiata molto lichenosa, fino ad un alberello (20 m, III+).

Continuare su cengia orizzontale a destra per alcuni metri e poi sfruttando una rampa ascendente a sinistra raggiungere un'altra cengia  fra grossi blocchi (30 m, II/III).

Arrampicare sui blocchi verso sinistra in leggera ascesa (ometti) (40 m, II).

Un piccolo muretto porta ad un canalino roccioso fino ad un evidente cengia appena sotto un muro verticale/strapiombante. Ci troviamo alla base dei grossi massi sommitali.

Procedere a sinistra orizzontalmente lungo facile cengia fino ad incontrare una grossa frattura nella parete (50 m circa, I).

Salire la stretta e verticale fessura/camino (faticosa ed improteggibile) (20 m, IV+). 

Verso la fine si passa in un buco  tra massi incastrati nel camino e poi seguendo un vena di quarzo, si raggiunge la sommità, sui massi.

Sulla cima si forma un tratto più o meno pianeggiante, fra grossi massi, qualche albero ed un piccolo praticello.


Discesa: lungo la linea di salita.

Scendere il camino/fessura in disarrampicata o attrezzando una doppia dai massi incastrati.

Doppie attrezzate dagli alberelli incontrati lungo la salita.

Note: anche se le difficoltà della via non sono modeste, essa si sviluppa in uno degli ambienti più severi della Sardegna. La roccia e spesso ricoperta da licheni che possono creare problemi, soprattutto se bagnati. Inoltre si ricorda che l'area del Pulchiana, come tutta la zona della Gallura è un'area CLEAN CLIMBING, quindi non vanno aggiunti spit lungo le vie e tanto meno create di nuove a spit.

giovedì 9 giugno 2016

Monte Longu, (Limbara)

Simpatica elevazione isolata nel settore meridionale del Limbara, lontano dalle più note cime del gruppo.

Appare come una torre di roccia slanciata verso il cielo che si erge dal bosco.

Accesso: da Tempio Pausania seguire le indicazioni per il Monte Limbara fino a Vallicciola, ampio parcheggio auto. A piedi, seguire la comoda sterrata in direzione sud/ovest (vedi  schizzo). In prossimità della torre, la sterrata diventa sentiero e poi traccia con ometti (lunghezza 5km, 1 ora e 15 dal parcheggio).

La torre è solcata da varie vie, io ho seguito la mia linea, seguendo in parte la via Viva la clessidra e la via Nut Umano (aperte entrambe da P.Dettori e M.Marrosu). Alla base della cupside finale si supera una profonda e stretta spaccatura fino al lato opposto e su placca, con una salita elicoidale, si arriva sulla cima vera e propria.

Incontrato difficoltà massime di V, in genere III/IV ed uno sviluppo complessivo di una 70 di metri.

Discesa in corda doppia dalla cima
(2 calate da 30 metri).

Materiale occorrente: una serie di friend medio/grandi, fettuccie e cordini anche di lunghe dimensioni. Corda da 60 metri.

venerdì 3 giugno 2016

Perda'asub 'e pari (il Garibaldi)

Oggi ho fatto amicizia con il "Garibaldi"!!!
All'inizio era un po timido e scontroso, ma alla fine, dopo un primo tentativo sulla parete ovest, si è concesso! Dal lato sud, su quella che io definirei la "normale", tra enormi blocchi e passaggi talvolta esposti.
Salito non fino alla sommità, perché forse inscalabile come il Sa Beritta, ma fino al "cappello".

Il Garibaldi è una curiosa ed affascinante struttura granitica nella zona dei Sette Fratelli, Sárrabus nel sud della Sardegna.

Accesso: dalla statale 125 da Cagliari,  fino al bivio per Burcei, imboccare la strada a destra per il parco Sette Fratelli.
Oltrepassare di poco la caserma della forestale con il museo del cervo sardo e svoltare a sinistra per la strada sterrata con sbarra aperta dalle 8 alle 19,30 d'estate, che porta all'orto botanico Maidòpis fino al suo termine (6km  circa di sterrata), sbarra che blocca il transito in auto.
Parcheggiare l'auto e prendere a sinistra il sentiero n.2 (segni gialli) in direzione prima NE e poi N in direzione del Garibaldi. Dopo circa 30 minuti di cammino, in vista del Garibaldi,  individuare una traccia a sinistra che porta alla base dei blocchi. Un successivo bivio porta a sinistra alla parete ovest e a destra alla "normale" del lato sud (qualche segno rosso/bianco del Cai). Avvicinamento nella classica macchia mediterranea, consiglio un abbigliamento adeguato.

La parete ovest presenta le vie più interessanti, ma sicuramente le più  difficili.
Su alcune vie presenti qualche spit, ma comunque è necessario avere con sé una serie di friend, anche di grosse dimensioni, dadi, nut e cordini anche lunghi.

Arrampicata spesso in fessure anche larghe,  talvolta a camino o diedro e placche molto liscie.
Ottimo granito rosso ma spesso coperto da licheni, che se bagnati, sono molto scivolosi.

L'avvicinamento nella macchia

In vista del Garibaldi

La verticale parete ovest

Tentativo sulla ovest

In parete

Sotto il cappello

Sul cappello

Sulla "nornale" uno spezzone di corda lasciato in aiuto

La panoramica,  appena sotto la cima, sullo sfondo i Sette Fratelli.


giovedì 2 giugno 2016

Placche dell'elefante, via Kawaii Sàrrabus, Sardegna

Le placche dell'elefante è una bella struttura granitica nel sud della Sardegna.
Su di essa sono stati aperti vari itinerari dagli anni '80, tutti da proteggere, ma recentemente Oviglia & C. hanno aperto alcuni itinerari protetti a spit.
Quello di che ho salito oggi è la via Kawaii. Bella e facile salita, tranne un terzo tiro su una placca quasi verticale di 6a+, tecnica! ( io sono salito più a sinistra seguendo una fessura, un po sporca ma proteggibile a friend. Eventualmente, spostandosi 5 metri a destra, su cengia, si può salire sulla via accanto e ricongiungersi alla via originale poco più in alto).

Difficoltà: 6a+
Sviluppo: 145 mt
Primi salitori: Maurizio ed Elena Oviglia,  26 agosto 2014
Discesa: in corda doppia (calata max di 35 mt)

Esposizione: ovest

Accesso: portarsi al km 45 della strada statale 125 che parte da Cagliari.
Parcheggiare l'auto poco prima del ponte, giungendo da Cagliari, su una stradina inizialmente asfaltata.
Dalla statale scendere, per tracce, un ripido sentierino che porta al letto del Riu Picocca alla base della parete.

Attacco: si trova al centro della parete. Raggiungere l'attacco saltando sui sassi posti sul torrente a guado. Nessun segno alla base. Visibili con difficoltà gli spit sulla roccia.

La via è completamente spitattata (S2), inutili i friend. Soste attrezzate per la calata in corda doppia.
Sufficiente una corda da 70 metri (calata max di 35 metri)

Descrizione:
L1: salire diritti una bella placca appoggiata. 4c; 30 mt
L2: procedere in diagonale da sinistra verso destra sempre su placche, fin sotto ad un muretto quasi verticale. Sosta oltre uno spuntone alla base di una fessura. 4b; 35 mt
L3: salire verticali una placca molto ripida e scarsa di appigli. Oltre, facile fino alla sosta. 6a+; 15 mt
L4: diritti su placca. Un brevissimo muretto qualche metro prima della sosta. 5a; 35 mt
L5: ultimo tiro, ancora su facili placche. Un breve tratto difficile per risalire sulla proboscide, ma ben protetto. Sosta un metro sotto sulla cima. 5c; 30 mt

mercoledì 1 giugno 2016

Punta Giogadorgiu, via Rampa (Uzulei, Sardegna)

Bella via, completamente da proteggere, che sfrutta rampette e fessure svase a destra dell'evidente grottone al centro della parete.
Salita divertente ed abbastanza facile ma mai banale, presenza di licheni sulle rocce.

Prima salita: Satta G. E Marrosu M., 16 aprile 2012
Sviluppo: 140 metri
Difficoltà: V max, ma spesso più facile
Discesa: in corda doppia dalla via Mellosarda (4 calate da 35 metri max).
Materiale: una serie di friend fino al 2 DB, cordini o fettucce anche lunghe. Sufficiente una corda da 70 metri.

Esposizione: sud/ovest

Accesso:
Da Urzulei percorrere per 8km la strada provinciale che porta a Lotzorai fino ad individuare sulla sinistra un bello sperone di granito rosa. Parcheggiare in corrispondenza di uno largo spiazzo prima di una curva. Superare su un ponte di cemento un rio e risalire il costone su vaga traccia fra blocchi tafonati (qualche ometto), sino a reperire la base dello sperone e l'attacco della via, situato nella zona destra della placconata (10 minuti dall'auto).

Descrizione

L1: dalla base, salire un'esile rampa che sale da destra verso sinistra. Sosta su albero. IV+; 35 mt

L2: superare a destra un breve risalto verticale. Poi diritti su facile placca fessurata. Un secondo breve salto verticale porta alla seconda sosta su albero. V; 35 mt

L3: risalire una serie di larghe fessure svase e facili placche apoggiate, seguendo l'arrotondata cresta fino alla cima. Sosta a spit un metro sotto la vetta. III/IV; 70 mt