mercoledì 29 luglio 2015

Inquietanti nuovi crolli sul Carega...

...è successo lungo la via Destinazione Paradiso sulla parete ovest di Cengia di Pertica. 

La parte sinistra del tetto è crollato, probabilmente questa primavera, ma solo quest'estate me ne sono accorto.

Prossimamente salirò per  sostituire/integrare eventuali danni alle protezioni.

domenica 19 luglio 2015

Cima Madonna, Spigolo del Velo

Sabato 18 luglio 2015

Era da anni che inseguivo questo sogno e quest'anno, in compagnia dell'amico Paolo, si è avverato.
Partito la sera prima, salgo al rifugio Velo della Madonna dove pernotto, Paolo mi raggiunge la mattina seguente.
Fin dall'inizio ci accorgiamo che lo spigolo è molto affollato, 5 o 6 cordate prima di noi, alcune già all'attacco prima delle 6 del mattino.
Noi decidiamo di metterci in coda e di aspettare il nostro turno.
La giornata è bellissima e confidiamo che i temporali arrivino il più tardi possibile (perfotuna non ha piovuto nemmeno a sera).
Percorriamo i primi tratti della ferrata del Velo e terminata la prima serie di corde fisse, saliamo slegati, verso lo spigolo.
Sopra di noi si intravvede la lenta processione, ma noi non siamo preoccupati e saliamo con il nostro ritmo.
Alla base dello spigolo, decidiamo di legarci e proseguiamo a tiri alterni, nonostante Paolo lamenti il fatto che è da un paio d'anni che non fa una via in montagna. Io lo rassicuro, gli dico: "Fai quello che ti senti, se hai problemi lo sai che io non ho problemi a tirar su la corda!!!".
Così facendo raggiungiamo il primo pilastro, da qui seguiamo la variante Zagonel, una delle possibili alternative alla via originali, presenta difficoltà massime più elevate ma ben protetta da chiodi (V+/A0 obb. o VI+ in libera).
Affronto io il primo tratto difficile. La parete si fa verticale, con pochi appigli, passi obbligati e cosa che più temevo, molti appigli ed appoggi sono ormai levigati dal passaggio. Salgo con molta attenzione, per fortuna i chiodi sono molto vicini, ma un piede mi scivola su un appoggio lucido ed allora vada in "m....a" anche la libera, mi attacco al chiodo e supero quel passaggio così infido. In breve raggiungo la sosta e poco dopo mi raggiunge anche Paolo. Completa lui il tiretto successivo raggiungendo così la sommità del primo pilastro.
Una piccola doppia ci porta sulla sella tra il primo ed il secondo pilastro.
Qua ci dobbiamo fermare, un paio di cordate prima di noi ci rallentano il passo, ne approfittiamo per riordinare il materiale e per fare foto.
Aspettiamo quasi un'oretta, ma alla fine, riusciamo a proseguire,
Le difficoltà del secondo pilastro sono decisamente più umane e velocemente lo saliamo fino a raggiungere il terzo pilastro.
Ancora un tratto un po difficile (V+), per fortuna abbastanza breve, dopo di che ci aspettano gli ultimi tiretti facili prima della cresta finale che ci porterà in vetta.
Finalmente arriviamo sulla cresta finale, da cui proseguiamo in conserva corta fino alla vetta.
Sono poco dopo le 16 del pomeriggio, 8 ore per la salita, ma da considerare è le due cordate che ci hanno rallentato di almeno un'ora. 
Un po stanchi, ma felici, finalmente questo sassolino è stato tolto dalle scarpe.
Una pausa, una barretta, le foto di rito e poi iniziamo la discesa.
Seguiamo ancora la cresta verso il Sass Maor, fino a raggiungere l'intaglio da dove sale la via Winkler, lo oltrepassiamo fino a raggiungere la parete opposta, da dove troviamo la prima doppia.
Varie sono le possibiltà di discesa, calate da 20 metri o da 50 metri, noi optiamo per la seconda, abbiamo fretta di scendere.
La sosta della seconda calata ho avuto qualche difficoltà a trovarla, perchè non sui solidi fittoni a anello resinati ma su una clessidra con cordini e mylon, ma alla fine con un'altra calata da 55 metri abbiamo raggiunto la sella tra la Cima Madonna ed il Sass Maor.
Ora rimane il lungo canalone che scendiamo arrampicando e con tre brevi corde doppie per superare nei brevi salti di roccia.
In poco più di due ore scendiamo dalla cima e siamo ben felici di aver finito la via, come si sa le discese dalla Pale di San Martino sono molto spesso ben più ardite delle salite e questa discesa conferma la regola!!!
In breve raggiungiamo il rifugio e la nostra meritata birra. 

Sono passate quasi 10 ore da quando abbiamo iniziato la via. Guardiamo compiaciuti lo spigolo, anche questa è fatta. Si fanno le riflessioni post salita.
Sicuramente una gran salita, da non sottovalutare assolutamente, soprattutto per il tempo meteo. Noi siamo stati molto fortunati, abbiamo trovato una giornata strepitosa, sempre cielo sereno e nessun temporale in vista.
La roccia sempre solida, facile da proteggere con cordini sulle numerose clessidre o friend o nut sulle piccole fessure. Le soste quasi tutte attrezzate con chiodi o facilmente eseguibili con cordini su clessidre. 
La via, pur presentando qualche passaggio obbligatorio, presenta alcune varianti e diverse altre linee si possono seguire.
Unica nota negativa, troppo affollata, sicuramente la nostra scelta di salirla un sabato non è stata la scelta migliore, ma a sentire il gestore del rifugio del Velo, capita spesso di essere in più cordate lungo la via.

Nel complesso sono contento di averla salita, ma non so se avrò il desiderio di ripeterla ancora, personalmente preferisco salite più isolate e con minor frequentazione. 

Dislivello: 400 metri
Sviluppo complessivo: 560 metri
Difficoltà: VI+ (max) - V+/A0 obbligatorio


La linea di salita dalla ferrata del Velo
Su Cima della Madonna

mercoledì 15 luglio 2015

Campanile Pradidali - via Castiglioni/Detassis

Bellissima ed, a tratti, esposta arrampicata su roccia in generale molto buona ed articolata. Un po di detriti nei tratti più appoggiati e nei tiri finali.
Dislivello: 350 m
Sviluppo: 450 m
Difficoltà: IV+ max, ma spesso III e IV
Esposizione: est
Punti di appoggio: il rif. Pradidali
Salita in solitaria in autosicura, in 6 ore circa.
Discesa casi completamente a doppie sulla verticale parete ovest (calate di 30 e 25 m).
Materiale consigliato: due mezze corde da 60 o una corda intera da 70, dati, nut e friend (medio/piccoli), una decina di cordini x le numerose clessidre.

L'articolata parete est del Campanile Pradidali
 
La linea di salita
In sosta 
Discesa in corda doppia dalla verticale parete ovest

giovedì 2 luglio 2015

Via "Senza chiedere permesso"

In verità non si tratta di una nuova via ma di un "restiling" di due vie già esistenti:
- via Concerto d'Autunno (via spittata S2/S3)
- via Enigma (via alpinistica).
Le due vie salgono a volte parallele, a volte incrociandosi.
Io ho riattrezzato una linea seguendo, quelle che secondo me, sono le parti più belle di una e dell'altra via.
La nuova linea parte seguendo la via Enigma, sempre asciutta al contrario dell'attacco di Concerto d'Autunno spesso bagnata anche in periodo di secco. Continua fino ad incontrare Concerto d'Autunno. Sale seguendo un tiro nuovo e più solido a sinistra dello spigolo, per poi ritornare su Concerto d'Autunno. Sulla cengia a metà via riprende la via Enigma fino ad una strozzatura. Da questa si risale a sinistra sullo spigolo fino ad incontrare nuovamente Concerto d'Autunno fino alla cima.


Il tracciato della via attrezzata a spit in rosso, in puntini in arancio la parte che si può salire alpinisticamente.

Difficoltà: 5a/b S2
Sviluppo: 400 metri (circa)

Accesso: dal Rif. Revolto seguire la mulattiera fino al Rif. Pertica. Seguire il sentiero attrezzato A.Poiesi per circa 30 minuti fino a portarsi alla base della parete ovest di Punta Lessinia.

Attacco: seguire tutto il circolo dell'ampio anfiteatro fino al termine dei cavi metallici. Da qui per traccia salire verso il canale tra la Torre Battisti e la Punta Lessinia (una decina di metri circa) fino ad avvistare in alto i primi spit. 

Discesa: seguire la cresta verso nord (i mughi ostacolano non poco il passaggio), fino ad incontrare la prima doppia sul versante opposto di salita (Val di Revolto). Due doppie da 25 metri portano alla base del sentiero dell Creste. Da qui verso sud fino ad arrivare alla mulattiera.
NB: al termine del sesto tiro è possibile scendere in corda doppia seguendo la linea di salita, calate di 35 metri (corda da 70 metri)