Nel versante meridionale del Gruppo del Carega vi sono varie guglie e torri su cui divertirsi ad arrampicare. Alcune attrezzate ed altre ancora parzialmente inesplorate.
Una di queste è la Torre Dino (toponimo proposto) nella Val di Revolto.
Il nome della torre trae spunto da una targa fissata in cima alla torre stessa:
"Dino amico carissimo i tui amici e la tua montagna ti ricordano"
un pensiero per un amico scomparso.
La torre non è molto alta, solamente una cinquantina di metri, ma la posizione e la roccia discreta, rendono questa salita interessante.
La via è stata aperta senza l'uso di spit e di chiodi, la via è rigorosamente "clean climbing" cioè senza protezioni fisse in loco. Sono stati lasciati solo due cordoni per il rientro in corda doppia: il primo sulla cima (attorno allo spuntone della vetta) ed il secondo a metà via su un mugo.
La roccia, come si è detto, è discreta su quasi tutto il percorso. Abbastanza compatta e quindi un po difficile da proteggere. Per questo ho cercato di individuare la linea più facile e sulla quale vi fosse la presenza di mughi (buon ancoraggio con cordini).
Le difficoltà sono varie e discontinue. Si varia in genere dal III al V, con un passo di VI poco prima della cima.
Per una ripetizione è consigliabile una serie di friend e nut piccoli e medi (soprattutto piccoli) Diversi cordini, anche lunghi. I chiodi sono di difficile posizionamento.
Dislivello: 45 m (circa)
Sviluppo: 55 m (circa)
Difficoltà: dal III al V, un passo di VI
Sviluppo: 55 m (circa)
Difficoltà: dal III al V, un passo di VI
Descrizione:
L1: la via attacca sul lato sud della torre. Si sale in obliquo a sinistra per portarsi vicino ad una sorta di canale ricoperto parzialmente di mughi. In corrispondenza di una nicchia traversare a destra per portarsi nei pressi di uno spigolo. Salirlo direttamente per poi riportarsi un po a sinistra e nuovamente diritti fino a quando diventa più facile. Sosta su mugo, cordone con mylon (30 m, III/IV+).
L2: si sale in obliquo verso destra seguendo la spalla sud ovest per alcuni metri. Ad un esile cengia, traversare in orizzontale a destra fino ad un diedrino. Risalirlo per poi ritornare un po sinistra in direzione di un piccolo mugo in centro parete. Salire la placca finale direttamente fino alla cima. Sosta su cordone che abbraccia lo spuntone di vetta. (25 m, III/V, un passo di VI).
Per conoscere l'accesso contattatemi in privato.
La parte alta della via, discesa in corda doppia |
La targa apposta sulla cima |
Il canale/rampa, parzialmente erboso, ddel primo tiro |
In discesa in corda doppia, parte bassa |
Nome alla base |
Lo schizzo della via |
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