martedì 13 dicembre 2016
lunedì 12 dicembre 2016
Scialpinismo in Valle d'Aosta, 4 proposte per 4 giorni
lunedì 26 settembre 2016
Cima di Plem, Gruppo dell'Adamello
La Cima di Plem, 3182 m, è probabilmente uno dei 3000 adamellini più amati, grazie, soprattutto alla sua facile via normale e perché dalla sua vetta si ha un colpo d'occhio eccezionale sull'intero Gruppo dell'Adamello.
Posta tra la Val di Miller, la Val del Corno Baitone e la Val d''Avio, la si può raggiungere facilmente dal rifugio Gnutti o attraverso una ferratina dal rifugio Tonolini.
Noi l'abbiamo salita percorrendo un itinerario ad anello in due giorni, partendo dalla Malga Premassone (parcheggio a pagamento), salendo lungo la Scala di Miller fino a giungere al rifugio Gnutti (2166 metri, 1h30min). Qua vi abbiamo passato la notte e l'indomani siamo saliti al Passo del Cristallo (2885 metri 2h30min). Lasciati gli zaini al passo siamo saliti su Cima Plem (3182 metri 1h dal passo) su evidente traccia e facili passaggi di roccia di I grado. Scesi dalla linea di salita fino al Passo del Cristallo. Ripresi gli zaini abbiamo continuato la nostra discesa lungo la ripida via attrezzata nella Val del Corno Baitone e fra grossi massi siamo arrivati al rifugio Tonolini (2467 metri 1h30 dal Passo Cristallo). Si prosegue sempre in discesa superando il Lago Baitone e attraverso una ripida mutattiera/sentiero si ritorna a Malga Premassone (8/9h dal rifugio Gnutti).
Bellissimo itinerario escursionistico/alpinistico di notevole dislivello (più di 1600 metri) e sviluppo (più di 20 km) in ambiente severo, circondati spesso da alte vette e numerosi corsi d'acqua.
Le luci del sole che raggiungono il fondo delle valli solo nelle ore centrali della giornata, le nebbie che talvolta nascondono le cime ed il "rumore" del silenzio, rendono questi luoghi un po magici.
Noi abbiamo percorso l'anello dal Gnutti al Tonolini per problemi logistici, ma per una ripetizione consiglio di percorrerlo nel senso contrario percorrendo la ferrata in salita e scendendo dai bei prati della Val di Miller.
martedì 20 settembre 2016
Drytooling in Val di Revolto
La val di Revolto è una delle poche vallate del gruppo del Carega che si presta a fare salite su cascate di ghiaccio. Molte si formano per fusione altre per veri e propri corsi d'acqua.. Nei tempi d'oro si potevano contare fino ad una dozzina di cascate di ghiaccio. Itinerari con sviluppi da poche decine di metri fino ad altri di un centinaio di metri.
Purtroppo negli ultimi anni, complice gli inverni sempre più miti, molte colate non riescono più a formarsi o sono molto effimere e resistono per brevi periodi.
Per questo motivo, per alcune di esse, mi è nato il desiderio, per così dire, di "trasformarle" per renderle salibili anche quando le strutture sono esili e poco sicure per ghiaccio sottile o perché formate a pezzi e, perché no, salirle anche quando non è stagione di ghiaccio con la tecnica del drytooling.
In particolare c'è un settore che si presta assai a questa pratica, il cosiddetto "canyon". In questa zona le pareti sono molto alte, nei punti piu alti diverse decine di metri, verticali e a volte leggermente strapiombanti e su roccia discreta. Le cascate in origine si formano da fratture nella roccia e formano colonne e festoni alte anche 20 o 30 metri. Quando faceva freddo solo nel canyon si potevano contare fino a 5 o 6 strutture di questo genere, Ai tempi nostri è già una fortuna se se ne formano 3 !!!
Una di questa, la più facile, quella soprannominata "Lo scivolo", ha una forma classica e uno sviluppo di una 70ina di metri ed oppone difficoltà di 4 grado, si forma quasi tutti gli anni, ma il ghiaccio è spesso sottile e a candelette, difficile da proteggere ed anche se facile richiede molta attenzione nella salita.
Di fronte a questa (15 metri di distanza) vi sono altre due piccole colate che si "formano": "La colonna del canyon" e la "Piccola colonna". La prima, una colonna verticalissima alta 25 metri e la seconda più piccolina alta 20 metri (difficoltà di 6 e 5 grado con ghiaccio nelle sue migliori condizioni).
Sono proprio su queste due che ho prestato le mie attenzioni.
Ne sono usciti un paio di itinerari interessanti che potrebbero essere un D6 e un D5, ma non essendo io un praticante assiduo di questa tecnica i gradi potrebbero essere sbagliati!!!
La roccia è discreta, leggermente strapiombante verso il termine delle linee. Pulita dalle pietre più grosse e pericolose ma la pulizia dev'essere ancora completata.
Per ulteriori informazioni, anche su altre strutture in Val di Revolto, non esitate a contattarmi.
venerdì 9 settembre 2016
Via Clean Climbing su Torre Dino (toponimo proposto) - Gruppo del Carega
Una di queste è la Torre Dino (toponimo proposto) nella Val di Revolto.
Il nome della torre trae spunto da una targa fissata in cima alla torre stessa:
La torre non è molto alta, solamente una cinquantina di metri, ma la posizione e la roccia discreta, rendono questa salita interessante.
La via è stata aperta senza l'uso di spit e di chiodi, la via è rigorosamente "clean climbing" cioè senza protezioni fisse in loco. Sono stati lasciati solo due cordoni per il rientro in corda doppia: il primo sulla cima (attorno allo spuntone della vetta) ed il secondo a metà via su un mugo.
La roccia, come si è detto, è discreta su quasi tutto il percorso. Abbastanza compatta e quindi un po difficile da proteggere. Per questo ho cercato di individuare la linea più facile e sulla quale vi fosse la presenza di mughi (buon ancoraggio con cordini).
Le difficoltà sono varie e discontinue. Si varia in genere dal III al V, con un passo di VI poco prima della cima.
Per una ripetizione è consigliabile una serie di friend e nut piccoli e medi (soprattutto piccoli) Diversi cordini, anche lunghi. I chiodi sono di difficile posizionamento.
Sviluppo: 55 m (circa)
Difficoltà: dal III al V, un passo di VI
La parte alta della via, discesa in corda doppia |
La targa apposta sulla cima |
Il canale/rampa, parzialmente erboso, ddel primo tiro |
In discesa in corda doppia, parte bassa |
Nome alla base |
Lo schizzo della via |
venerdì 26 agosto 2016
Torre Grillo Cavinato, via Diedro Alto (Cima d'Asta)
Un'altra splendida giornata sui fantastici graniti di Cima d'Asta.
Dopo un paio d'anni di assenza sono ritornato su Torre Grillo Cavinato. Questa torre insieme ad altre, le definerei i "satelliti" di Cima d'Asta, una piccola analogia con quelli del Monte Bianco.
Su questa torre negli ultimi 20/30 anni sono stati aperti vari intenerari molto interessanti e di diverse difficoltà, dal IV al 6b. Le vie hanno tutte uno sviluppo di circa 200 metri. Alcuni itinerari classici ed altri più o meno spittatti.
La via del Diedro Alto è uno degli itinerari più belli dell'intero gruppo. Le protezioni sono miste, soste a spit e lungo la via chiodi e qualche spit nei punti più compatti su cui le protezioni sono difficili da posizionare o addirittura non posizionabili.
Dopo aver salito un paio d'anni fa, con Elena la via Giorgio, oggi ho quasi salito la via Diedro Alto in solitaria. Dico quasi perché a metà del diedro finale non sono riuscito a superare un tratto per me molto impegnativo, un diedro liscio completamente senza appigli, e piuttosto di rischiare un volo ho preferito ripiegare e scendere in corda doppia dalla linea di salita. Una via senza cima ma ritornerò sicuramente in futuro a completarla.
Comunque sia, la via è molto raccomandabile. Roccia, tranne un tratto con blocchi dubbi, è sempre ottima.
Per una ripetizione consiglio una decina di rinvii, una serie di friend medio grandi (dal 0,75 al 3,5 DB) e qualche cordino per spuntoni o per allungare qualche rinvio.
Per la discesa, se si arriva in cima, consiglio di seguire la discesa dalla normale. Oppure all'uscita del diedro è possibile scendere in corda doppia lungo la linea di salita.
Accesso: dalla Valsugana, paese di Strigno, prendere le indicazioni per la Val Malene e salire fino alla località Sorgazza (fine della strada). Parcheggiare l'auto e salire a piedi fino al rifugio Brentari (3 ore).
Attacco: dal rifugio Brentari seguire le indicazioni per il Canalone Bassanesi. Dopo circa 20 minuti di cammino tagliare a destra per ghiaioni e raggiungere la base della torre Grillo Cavinato. L'attacco si trova a pochi metri a sinistra di un evidente fessura camino. Nome alla base, ben visibile la prima sosta in alto a circa 20 metri di distanza.
Difficoltà: VI
Sviluppo: 200 metri circa
venerdì 19 agosto 2016
Cima Presanella, Cresta Nord Est
Un primo tentativo era avvenuto nella primavera del 2014, abbandonato a causa della neve troppo alta.
Questa volta la cresta era bella pulita, unico tratto nevoso la cupside finale, quindi un terreno sicuramente più facile, almeno per me che prediligo la roccia alla neve.
Alle prime luci dell'alba |
Il piccolo laghetto nei pressi del Rif. Segantini |
Accesso alla Bocca d'Amola |
La vedretta d'Amola dalla Bocca d'Amola |
Il ghiacciaio della Presanella |
La cresta NE |
La cresta NE |
La cupside nevosa finale |
Cima presanella |
Cima Presanella |
Il bivacco Orobica e la Cima Presanella sullo sfondo |
Discesa della normale dalla vedretta di Nardis |
Tratti attrezzati sulla normale di discesa |
Tratti attrezzati sulla normale di discesa |
Discesa dalla normale in Val d'Amola, sullo sfondo il Monte Nero |
La morena di salita e discesa |