Dopo svariato tempo mi appresto a riscrivere su questo blog.
E voglio parlarvi di un sito di arrampicata a me particolarmente caro, un settore a cui ho dedicato molto del mio tempo libero e che lo considero un po' "mio" in tutti i sensi.
Correva l'anno 2015 quando mi avvicinai per la prima volta a questa parete. Parete infestata da vegetazione di ogni tipo e tratti anche impervi.
È costato un bel po' di lavoro per aprirsi una traccia più o meno agevole.
Negli ultimi mesi, oltre alla pulizia e al mantenimento dei "vecchi" itinerari, mi sono impegnato alla ricerca di una nuova linea, linea che da tempo avevo nella mia testa. L'opera non è ancora riuscita, spero il prossimo anno di riuscirci.
Nel frattempo, presento quello che fino ad ora ho costruito.
Io ho da sempre privilegiato le vie a più tiri, ma dove non si poteva fare altrimenti ne è uscito qualche monotiro.
Un po' di storia.
Come dicevo, la prima via nata è stata la via "Explore".
Una via decisamente esplorativa che seguiva una linea apparentemente "facile". Dopo il primo tiro mi accorsi che era "inquinata" dai fittoni della ex ferrovia, ma decisi ugualmente di proseguire. La linea è stata parzialmente ripulita dai fittoni nel gennaio del 2019. Quelli attualmente rimasti in via non sono pericolosi, ma per i puristi, "sporcano" un po' la salita.
Negli anni successivi sono nate le altre.
In ordine temporale:
- via "Nella tana dell'orso", 7a (la più dura)
- via "Deja vu", 6a+ (la più bella)
- via del "Grillo brontolone", 5c (la più facile)
- e per ultima "L'alba del giorno dopo", 6a e A2, via da terminare ma con i primi due tiri agibili.
Fra l'una e l'altra sono nati anche alcuni monotiri:
- via "Scorpio", 6b
- via "Not so easy", 6b
- via "Jumanji", 6c
- via "Last minute", 6b/c (dalla cengia)
Ps: esistono anche altri monotiri a cura di Marco Battaglia, ma non ho note descrittive, ne tantomeno le difficoltà.
La via Deja vu, all'ultima lunghezza, presenta una variante diretta molto più interessante dell'uscita originale che sale a destra.
Le vie a più tiri presentano uno sviluppo di circa 100 metri. I monotiri massimo 30 metri.
Accesso
Da Verona dopo il paese di Volargne, percorrere la statale verso Trento per circa 1km fino a raggiungere la Chiusa di Ceraino. Parcheggiare l'auto 50m prima del ristorante la Chiusa, in un piccolo parcheggio sulla destra. Ora salire la breve scalinata ricavata con tronchi di albero e raggiungere la base della parete. Il primo settore che si incontra è il settore Eldorado, lo si percorre interamente a destra, sud, fino ad un breve saltino roccioso, scalini artigianali in ferro. Superarlo e proseguire ancora verso sud, superare un altro breve salto roccioso e sempre seguendo la parete rocciosa si arriva al settore dell'Orso (ingresso della vecchia ferrovia in basso a destra). 5 minuti dal parcheggio.
Una traccia sali e scendi porta all'attacco delle vie.
Note
Le vie si possono percorrere tutte con una corda da 60m ma io consiglio una corda da 70m, in quanto, in discesa, in corda doppia, si possono concatenare più tiri e quindi la stessa risulta più veloce. La discesa avviene solo in corda doppia, non esistono sentieri.
Dalla cengia, per la discesa, consiglio di utilizzare la via Deja vu, con tre calate si è alla base della parete (sosta alta su albero in centro alla cengia).
Per la via l'alba del giorno dopo, dalla seconda sosta meglio avere una seconda corda (calata di 60m nel vuoto).
Il sito è poco conosciuto e tanto meno frequentato.
Le vie, nonostante la pulizia, sono, talvolta, un po' sporche d'erba o di terriccio, soprattutto nei passaggi più semplici.
La roccia è in generale un bel calcare giallo/rosso, con roccia talvolta pungente e prese generose, ma presenta anche dei passaggi più tecnici con calcare grigio a gocce.
Le linee, nonostante la pulizia, presentano ancora qualche sasso instabile, quindi si prega di fare attenzione.
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Mi sembra di aver detto tutto, quindi non mi rimane altro che augurarvi buone arrampicate.
Per qualsiasi informazione potete scrivermi.