domenica 19 luglio 2015

Cima Madonna, Spigolo del Velo

Sabato 18 luglio 2015

Era da anni che inseguivo questo sogno e quest'anno, in compagnia dell'amico Paolo, si è avverato.
Partito la sera prima, salgo al rifugio Velo della Madonna dove pernotto, Paolo mi raggiunge la mattina seguente.
Fin dall'inizio ci accorgiamo che lo spigolo è molto affollato, 5 o 6 cordate prima di noi, alcune già all'attacco prima delle 6 del mattino.
Noi decidiamo di metterci in coda e di aspettare il nostro turno.
La giornata è bellissima e confidiamo che i temporali arrivino il più tardi possibile (perfotuna non ha piovuto nemmeno a sera).
Percorriamo i primi tratti della ferrata del Velo e terminata la prima serie di corde fisse, saliamo slegati, verso lo spigolo.
Sopra di noi si intravvede la lenta processione, ma noi non siamo preoccupati e saliamo con il nostro ritmo.
Alla base dello spigolo, decidiamo di legarci e proseguiamo a tiri alterni, nonostante Paolo lamenti il fatto che è da un paio d'anni che non fa una via in montagna. Io lo rassicuro, gli dico: "Fai quello che ti senti, se hai problemi lo sai che io non ho problemi a tirar su la corda!!!".
Così facendo raggiungiamo il primo pilastro, da qui seguiamo la variante Zagonel, una delle possibili alternative alla via originali, presenta difficoltà massime più elevate ma ben protetta da chiodi (V+/A0 obb. o VI+ in libera).
Affronto io il primo tratto difficile. La parete si fa verticale, con pochi appigli, passi obbligati e cosa che più temevo, molti appigli ed appoggi sono ormai levigati dal passaggio. Salgo con molta attenzione, per fortuna i chiodi sono molto vicini, ma un piede mi scivola su un appoggio lucido ed allora vada in "m....a" anche la libera, mi attacco al chiodo e supero quel passaggio così infido. In breve raggiungo la sosta e poco dopo mi raggiunge anche Paolo. Completa lui il tiretto successivo raggiungendo così la sommità del primo pilastro.
Una piccola doppia ci porta sulla sella tra il primo ed il secondo pilastro.
Qua ci dobbiamo fermare, un paio di cordate prima di noi ci rallentano il passo, ne approfittiamo per riordinare il materiale e per fare foto.
Aspettiamo quasi un'oretta, ma alla fine, riusciamo a proseguire,
Le difficoltà del secondo pilastro sono decisamente più umane e velocemente lo saliamo fino a raggiungere il terzo pilastro.
Ancora un tratto un po difficile (V+), per fortuna abbastanza breve, dopo di che ci aspettano gli ultimi tiretti facili prima della cresta finale che ci porterà in vetta.
Finalmente arriviamo sulla cresta finale, da cui proseguiamo in conserva corta fino alla vetta.
Sono poco dopo le 16 del pomeriggio, 8 ore per la salita, ma da considerare è le due cordate che ci hanno rallentato di almeno un'ora. 
Un po stanchi, ma felici, finalmente questo sassolino è stato tolto dalle scarpe.
Una pausa, una barretta, le foto di rito e poi iniziamo la discesa.
Seguiamo ancora la cresta verso il Sass Maor, fino a raggiungere l'intaglio da dove sale la via Winkler, lo oltrepassiamo fino a raggiungere la parete opposta, da dove troviamo la prima doppia.
Varie sono le possibiltà di discesa, calate da 20 metri o da 50 metri, noi optiamo per la seconda, abbiamo fretta di scendere.
La sosta della seconda calata ho avuto qualche difficoltà a trovarla, perchè non sui solidi fittoni a anello resinati ma su una clessidra con cordini e mylon, ma alla fine con un'altra calata da 55 metri abbiamo raggiunto la sella tra la Cima Madonna ed il Sass Maor.
Ora rimane il lungo canalone che scendiamo arrampicando e con tre brevi corde doppie per superare nei brevi salti di roccia.
In poco più di due ore scendiamo dalla cima e siamo ben felici di aver finito la via, come si sa le discese dalla Pale di San Martino sono molto spesso ben più ardite delle salite e questa discesa conferma la regola!!!
In breve raggiungiamo il rifugio e la nostra meritata birra. 

Sono passate quasi 10 ore da quando abbiamo iniziato la via. Guardiamo compiaciuti lo spigolo, anche questa è fatta. Si fanno le riflessioni post salita.
Sicuramente una gran salita, da non sottovalutare assolutamente, soprattutto per il tempo meteo. Noi siamo stati molto fortunati, abbiamo trovato una giornata strepitosa, sempre cielo sereno e nessun temporale in vista.
La roccia sempre solida, facile da proteggere con cordini sulle numerose clessidre o friend o nut sulle piccole fessure. Le soste quasi tutte attrezzate con chiodi o facilmente eseguibili con cordini su clessidre. 
La via, pur presentando qualche passaggio obbligatorio, presenta alcune varianti e diverse altre linee si possono seguire.
Unica nota negativa, troppo affollata, sicuramente la nostra scelta di salirla un sabato non è stata la scelta migliore, ma a sentire il gestore del rifugio del Velo, capita spesso di essere in più cordate lungo la via.

Nel complesso sono contento di averla salita, ma non so se avrò il desiderio di ripeterla ancora, personalmente preferisco salite più isolate e con minor frequentazione. 

Dislivello: 400 metri
Sviluppo complessivo: 560 metri
Difficoltà: VI+ (max) - V+/A0 obbligatorio


La linea di salita dalla ferrata del Velo
Su Cima della Madonna

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