sabato 28 dicembre 2013
venerdì 25 ottobre 2013
Sui graniti delle Dolomiti - Via Giorgio Asnicar, Cima d'Asta
Torre Gillo Cavinato |
Si tratta dei Lagorai, in essa la roccia predominante è il porfido, ma su cima d'Asta e nel sottogruppo della Rava, vi troviamo dell'ottimo granito con caratteristiche quasi da calcaree.
La salita che vi propongo, che è stata percorsa nell'estate 2013, percorre una torre minore di Cima d'Asta, la Torre Gillo Cavinato, un ottimo approccio per salite più impegnative in zona.
La via Giorgio Asnicar, aperta da Ruggero Daniele e Mario Piasente è una tra le vie più facili della torre, ma sicuramente una delle più divertenti.
Schizzo delle vie sula Torre Gillo Cavinato n.2 la via Giorgio Asnicar |
La via è attrezzata con protezioni intermedie e soste con catena (IV/S2/I) ed ha uno sviluppo di circa 200 metri.
Per una ripetizione sono sufficienti una decina di rinvii ed una corda intera. Friend e nut non necessari.
Attenzione alle seconda sosta, si trova sulla destra ed è nascosta da un pilastrino, si potrebbe correre il rischio di saltarla e concatenare il secondo con il terzo tiro!
Alla prima sosta |
Sui tiri finali |
Le stupende rocce della Cima d'Asta |
Dalla cima scendere seguendo la cresta verso nord, tracce di passaggio, ometti, qualche passo in disarrampicata, fino a trovare la sosta per la calata.
La via è stata percorsa in giornata partendo da Malga Sorgazza, con una bella "camminata", eventualmente si può spezzare la gita in due giorni pernottando all'ottimo rifugio O.Brentari.
Buone salite a tutti.
Scialpinismo Dolomitico, 2012/13
Val Lasties, Gruppo del Sella |
Curvette sulla neve, scendendo da Punta Penia |
Lago Fedaia, tra le nebbie la Marmolada |
Attraversamenti alla base del Sella |
Ai piedi del Piz Ciavazes |
Val di Mesd', Gruppo del Sella |
Piz Ciavazes |
Cascata Cassiopeo, Val Lasties |
Verso Pina dei Fiacconi, Marmolada |
Gruppo del Sella |
Gruppo del Sella, dal passo Pordoi, all'alba di una nuova avventura. |
lunedì 14 ottobre 2013
Torri di San Pantaleo, Sardegna
Le Torri San Pantaleo rappresentano il complesso granitico più importante della Gallura Orientale e prendono il nome dal vicino paese posto a nord di Olbia.
A pochi chilometri dalla Costa Smeralda, le Torri di San Pantaleo si potrebbero considerare le "Dolomiti" della Sardegna.
La maggior elevazione è rappresentata dalla Punta Cugnana, 650 m.
Ma le guglie più interessanti dal punto di vista arrampicatorio sono sicuramente:
L'accesso più facile parte dallo Stazzo Manzoni al quale ci si arriva seguendo una stradina che diparte dal centro del paesino di San Pantaleo, eventualmente chiedere informazioni in loco.
Prima
salita:
Alessandro Gogna e Marco Marrosu, il 29 agosto 2000. Dislivello:160
m Difficoltà:
fino al VII-Materiale:
2 serie di friend (grandi compresi), 1 serie di nut
Dallo Stazzo Manzoni 185 m seguire brevemente verso S un sentierino che s' inoltra nella macchia verso la Punta Cugnana. Allorché è ben visibile la parete S, salire faticosamente nella fitta macchia fino all'attacco, situato una decina di m a destra della base della spaccatura e una trentina di m più in alto del punto più basso della parete (freccia scolpita). Salire pochi m a sinistra ad uno spuntone, poi diritti ad una concavità rossastra (III+) nella quale si entra con passo delicato (VII-), uscendone a destra per salire una fessura (VI) fino ad un cordino lasciato su tafone. Proseguire lungamente (III, IV-) fino a raggiungere, un po' a sinistra, la spaccatura di direttiva dell'itinerario. 50 m. S1. Salire nel camino, dapprima facile (II), poi un po' più difficile (III, IV-), sempre in obliquo a destra fino a due chiodi di sosta lasciati. 45 m.S2.
Uscire dalle profondità del camino verso destra, in corrispondenza della divisione in due rami della spaccatura; effettuare un emozionante salto verso destra (E) e proseguire (1 cordino lasciato) qualche m per la deviazione di destra, proprio sotto al tetto (III). 15 m. S3 (1 ch. lasciato). Superare il tetto con andamento a sinistra (A2) e uscirne alla base della fessura. 10 m. S4 su spuntone.
Salire la fessura faticosa fino alla fine, VI e VI+. 25 m. S5 in comoda nicchia, alla base della parete terminale. Traversare a sinistra 7-8 m, delicato, V e VI-, per raggiungere un camino. Salirlo, VI, 1 ch. lasciato. Proseguire per il camino seguente (IV+, III) fino alla fine delle difficoltà. 35 m. S6.
Proseguire senza itinerario obbligato alla vicina vetta, II+, 25 m. S7.
Discesa:
scendere per la via normale in direzione E con facile arrampicata,
poi con doppia da 25 m su alberello, poi ancora in facile arrampicata
fino alla selletta tra la Punta Balbacanu e la Punta Muvrone.
Scendere nel facile canalino settentrionale fino a guadagnare un
sentierino che verso W scende allo Stazzo Manzoni.
Le Torri di San Pantaleo |
La maggior elevazione è rappresentata dalla Punta Cugnana, 650 m.
Ma le guglie più interessanti dal punto di vista arrampicatorio sono sicuramente:
- Punta di Sant'Andrea, 366 m
- Punta di la Vigna Vecchia, 361 m
- Punta Pelchia Manna, 421 m
- Punta Balbacanu, 420 m
Le Torri di San Pantaleo sorgono in un area "clean climbing" e quindi le vie non sono attrezzate, quei pochi spit che ci sono non sono in buono stato ed in genere sono l'errore di qualcuno che non è riuscito salire la parete con lo stile degli apritori.
L'accesso e la discesa si svolgono nella macchia mediterranea, senza sentiero ma l'orientamento non è problematico. Accedervi con l'abbigliamento adeguato.
Stazzo Manzoni |
Le vie più interessanti sono la T38 sulla Punta di Sant'Andrea e la T39 sulla Punta Balbacanu.
Un'altra bella e facile (IV) salita è la cresta della Punta di la Vigna Vecchia, una sorta di pettine appoggiato con i denti rivolti verso l'alto.
Relazione della via T39
Punta
Balbacanu (Torri
di San Pantaleo) 420 m, parete S, via T39°
Punta Balbacanu, con il suo inconfondibile "naso" sulla destra |
Dallo Stazzo Manzoni 185 m seguire brevemente verso S un sentierino che s' inoltra nella macchia verso la Punta Cugnana. Allorché è ben visibile la parete S, salire faticosamente nella fitta macchia fino all'attacco, situato una decina di m a destra della base della spaccatura e una trentina di m più in alto del punto più basso della parete (freccia scolpita). Salire pochi m a sinistra ad uno spuntone, poi diritti ad una concavità rossastra (III+) nella quale si entra con passo delicato (VII-), uscendone a destra per salire una fessura (VI) fino ad un cordino lasciato su tafone. Proseguire lungamente (III, IV-) fino a raggiungere, un po' a sinistra, la spaccatura di direttiva dell'itinerario. 50 m. S1. Salire nel camino, dapprima facile (II), poi un po' più difficile (III, IV-), sempre in obliquo a destra fino a due chiodi di sosta lasciati. 45 m.S2.
Uscire dalle profondità del camino verso destra, in corrispondenza della divisione in due rami della spaccatura; effettuare un emozionante salto verso destra (E) e proseguire (1 cordino lasciato) qualche m per la deviazione di destra, proprio sotto al tetto (III). 15 m. S3 (1 ch. lasciato). Superare il tetto con andamento a sinistra (A2) e uscirne alla base della fessura. 10 m. S4 su spuntone.
Salire la fessura faticosa fino alla fine, VI e VI+. 25 m. S5 in comoda nicchia, alla base della parete terminale. Traversare a sinistra 7-8 m, delicato, V e VI-, per raggiungere un camino. Salirlo, VI, 1 ch. lasciato. Proseguire per il camino seguente (IV+, III) fino alla fine delle difficoltà. 35 m. S6.
Proseguire senza itinerario obbligato alla vicina vetta, II+, 25 m. S7.
Sulla via della Grande Opposizione Punta Balbacanu |
La
via segue l'andamento di una spaccatura obliqua da sinistra a destra
che, a due terzi di altezza in corrispondenza di un grosso tetto, si
divide in due rami a Y. Senza seguire nessuno dei due, si sale
direttamente il tetto e l'evidente fessura sovrastante. Itinerario
assai vario, uno dei più belli dell'intero gruppo.
Link: http://www.sardiniaclimb.com/
Link: http://www.sardiniaclimb.com/
Ciclamini in Sardegna, notare la foglia seghettata al contrario di quella rotonda del continente |
Monte Limbara, Sardegna
Il monte Limbara è una delle vette più importanti della Sardegna, la più elevata nella parte settentrionale e rappresenta il cuore della Gallura, facilmente raggiungibile da Tempio Pausania.
Esso è costituito quasi esclusivamente da rocce granitiche e le elevazioni principali sono:
Itinerari di arrampicata
I graniti di questa zona sono rivestiti di licheni crostosi che dopo piogge possono diventare particolarmente scivolosi, quindi sono da sconsigliare le salite su placche da farsi in aderenza e sulle pareti a nord.
Gli itinerari sorgono in un'area "clean climbing" o arrampicata classica o boulder. Alcuni recenti itinerari sono stati attrezzato con le sole soste.
Punta sa Beritta è la vetta più elegante del M.Limbara a causa della sua curiosa cima.
Su di essa vi sono vari itinerari molto interessanti, come:
Monti Longu è sicuramente la più bella guglia del Limbara, è situata nel versante meridionale, isolata da altre strutture rocciose, dalla slanciata e circondata da conifere.
Interessanti sono le vie:
Esso è costituito quasi esclusivamente da rocce granitiche e le elevazioni principali sono:
- Punta Balestrieri, 1359 m
- Punta Bandiera, 1336 m
- Punta sa Beritta, 1330 m
- Punta Giugantinu, 1333 m
- Monte Biancu, 1150 m
- Monti Longu, 1010 m
Itinerari di arrampicata
I graniti di questa zona sono rivestiti di licheni crostosi che dopo piogge possono diventare particolarmente scivolosi, quindi sono da sconsigliare le salite su placche da farsi in aderenza e sulle pareti a nord.
Gli itinerari sorgono in un'area "clean climbing" o arrampicata classica o boulder. Alcuni recenti itinerari sono stati attrezzato con le sole soste.
Punta sa Beritta è la vetta più elegante del M.Limbara a causa della sua curiosa cima.
Su di essa vi sono vari itinerari molto interessanti, come:
Punta sa Beritta (da dx a sx: via Sicurezza Fuori Misura e via Lungo il Guinzaglio |
- via Lungo il Guinzaglio, VI, 130 m
- via Morte dei Grassi, IV+, 130 m
- via Sicurezza Fuori misura, VI+, 180 m
- e la recente via Lizard, VII-, 130 m
Punta sa Beritta (da sx a dx: in celeste via Morte dei Grassi, in rosso via Lizard, in rosso via Lungo il Guinzaglio |
Monti Longu |
Interessanti sono le vie:
- Nut umano, V, 60 m
- Viva la Clessidra, V+, 60 m
- Potenza senza controllo, VII-, 60 m
La caratteristica di questa torre è quella di essere solcata da fessure a "V" che rendono difficili il posizionamento delle protezioni.
Per ulteriori informazioni consultare il testo:
Itinerari sul Limbara di M.Marrosu
domenica 13 ottobre 2013
Concatenamento Monte Plische/Cima Carega
Prima uscita, quasi invernale, sul Carega.
Salito dalle Giare seguendo il sentiero delle Molesse. Arrivato in cima al Plische dalla cresta sud ovest per poi ridiscendere dalla normale a nord fino a giungere al rifugio Scalorbi.
Da qui nuovamente in salita fino a Cima Carega e per finire discesa seguendo il sentiero delle creste e rientrare alle Giare.
Giornata nuvolosa e ventosa in quota. Temperature abbastanza fresche (sono stati necessari i guanti ed un berretto)
Dislivello totale in salita di circa 1400 metri.
Tempo impiegato: quasi 6 ore comprese le pause.
Ottimo allenamento aspettando i tempi per indossare gli sci.
Salito dalle Giare seguendo il sentiero delle Molesse. Arrivato in cima al Plische dalla cresta sud ovest per poi ridiscendere dalla normale a nord fino a giungere al rifugio Scalorbi.
Da qui nuovamente in salita fino a Cima Carega e per finire discesa seguendo il sentiero delle creste e rientrare alle Giare.
Giornata nuvolosa e ventosa in quota. Temperature abbastanza fresche (sono stati necessari i guanti ed un berretto)
Dislivello totale in salita di circa 1400 metri.
Tempo impiegato: quasi 6 ore comprese le pause.
Ottimo allenamento aspettando i tempi per indossare gli sci.
giovedì 10 ottobre 2013
Monte Pulchiana, Sardegna
Il Monte Pulchiana è una delle strutture granitiche più grandi della Gallura.
Il M.Pulchiana è molto complesso, con pareti che raggiungono i 150 metri e vie di arrampicata con sviluppo anche superiore ai 200 metri.
Lo si può raggiungere dal paese di Tempio Puasania, indicazioni verso Palau. Dopo circa 10 km imboccare una stradina verso sinistra e proseguire per altri 2 km circa, parcheggiare lungo la strada quando questa inizia a scendere, cuspide ben visibile dalla strada principale.
Per salirlo non esiste una via facile, la via "normale" la si può individuare guardando il versante W.
Osservandolo, si noterà una cengia obliqua da N a S che l'attraversa. Arrivare fino al termine della gengiona, quasi ad affacciarsi sul versante S e salire verticalmente. Da questo momento la via di salita si svolge proprio sulla W/SW. Quindi salire cercando i passaggi più facili tra i massi. Alla fine arrivare su un ripiano dove l'unica maniera di proseguire è quella di risalire una spaccatura che presenta un blocco incastrato poco prima della fine. La spaccatura è stretta e si sale in opposizione, ora larga, poi stretta, ma in ogni caso non proteggibile. Da comunque sicurezza trovarsi dentro e incastrarsi per riposare quando si vuole, sono 15/20 metri, massimo V.
Per ridiscendere basta seguire a ritroso la via di salita.
Per raggiungere la cengia seguire alcune tracce di sentiero in direzione della sella del versante N fino ad individuare la cengia.
Sulla parete E vi è una via attrezzata a spit, salita e chiodata da ignoti: 130 metri, 6a+ (5c obb), S2.
La via sale seguendo l'evidente vena di quarzo che sale più verticale, fra le due quella di sinistra. Quattro tiri, su placche appoggiate, talvolta ricoperte da licheni che se asciutti non creano problemi.
Per una ripetizione si consigliano 2 mezze corde da 50 metri o una corda intera da almeno 70 metri e 12 rinvii. Il terzo tiro sale una facile (4c) cengietta verso destra, non protetto a spit.
Accesso: dal cancello in legno lungo la strada, diparte una traccia di sentiero che entra nella macchia, seguitela e con ampio giro raggiungere la base della parete E, tempo 1 ore circa.
Avvertenze: tutti gli accessi alle pareti sorgono su terreni privati, prima di entrarvi è buona norma chiedere il permesso al proprietario. Se vi sono cancelli richiudeteli sempre, la zona è terreno di pascolo. Per gli avvicinamenti consiglio indumenti adeguati (pantaloni e giacca a maniche lunghe), la macchia è molto spinosa!
NB: si ricorda che il M.Pulchiana è un monumento naturale ed è vietato attrezzare altre vie a spit.
Il M.Pulchiana è molto complesso, con pareti che raggiungono i 150 metri e vie di arrampicata con sviluppo anche superiore ai 200 metri.
Lo si può raggiungere dal paese di Tempio Puasania, indicazioni verso Palau. Dopo circa 10 km imboccare una stradina verso sinistra e proseguire per altri 2 km circa, parcheggiare lungo la strada quando questa inizia a scendere, cuspide ben visibile dalla strada principale.
M.Pulchiana, versante W |
Osservandolo, si noterà una cengia obliqua da N a S che l'attraversa. Arrivare fino al termine della gengiona, quasi ad affacciarsi sul versante S e salire verticalmente. Da questo momento la via di salita si svolge proprio sulla W/SW. Quindi salire cercando i passaggi più facili tra i massi. Alla fine arrivare su un ripiano dove l'unica maniera di proseguire è quella di risalire una spaccatura che presenta un blocco incastrato poco prima della fine. La spaccatura è stretta e si sale in opposizione, ora larga, poi stretta, ma in ogni caso non proteggibile. Da comunque sicurezza trovarsi dentro e incastrarsi per riposare quando si vuole, sono 15/20 metri, massimo V.
Per ridiscendere basta seguire a ritroso la via di salita.
Per raggiungere la cengia seguire alcune tracce di sentiero in direzione della sella del versante N fino ad individuare la cengia.
M.Pulchiana, versante E |
La via sale seguendo l'evidente vena di quarzo che sale più verticale, fra le due quella di sinistra. Quattro tiri, su placche appoggiate, talvolta ricoperte da licheni che se asciutti non creano problemi.
Per una ripetizione si consigliano 2 mezze corde da 50 metri o una corda intera da almeno 70 metri e 12 rinvii. Il terzo tiro sale una facile (4c) cengietta verso destra, non protetto a spit.
Accesso: dal cancello in legno lungo la strada, diparte una traccia di sentiero che entra nella macchia, seguitela e con ampio giro raggiungere la base della parete E, tempo 1 ore circa.
Avvertenze: tutti gli accessi alle pareti sorgono su terreni privati, prima di entrarvi è buona norma chiedere il permesso al proprietario. Se vi sono cancelli richiudeteli sempre, la zona è terreno di pascolo. Per gli avvicinamenti consiglio indumenti adeguati (pantaloni e giacca a maniche lunghe), la macchia è molto spinosa!
NB: si ricorda che il M.Pulchiana è un monumento naturale ed è vietato attrezzare altre vie a spit.
Capo Testa, Sardegna
La Parete della Luna |
Un microcosmo di rocce granitiche dalle forme bizzare e surreali, lavorate e modellate dalle forze dei venti e dalle acque del mare.
Sole, roccia e mare |
In cima al Pilastro del Corallo |
Le linee sono spesso in fessura/camino proteggibili
con difficoltà con fettucce lunghe e friend grandi, talvolta anche n.6 BD!!!
La Mano dell'Orso |
Altre salite interessanti si possono trovare sulla parete N e NW della La Turri e sul versante N della Parete della Luna con vie di un centinaio di metri di dislivello.
Avvicinamento: passato l'istmo di Capo Testa seguire le indicazioni per Cala Spinosa (parcheggio), poco prima del termine della strada, prendere a piedi, sulla sinistra, una stradina inizialmente asfaltata sbarrata da un cancello di legno. Poi per sentiero fino ad arrivare alla Baia dell'Indiano.
I periodi più consigliati sono sicuramente la primavera e l'inverno.
Per le relazioni fare fede alla Guida dei Monti d'Italia della Sardegna di M.Oviglia.
Incontri ravvicinati...
mercoledì 9 ottobre 2013
Come impegnare mezza giornata uggiosa inizio autunnale
Piccole
Dolomiti
Salita
a cima Carega
Cima Carega fra le nebbie |
Se
durante la settimana avete a disposizione solo mezza giornata di
tempo, il tempo è lattiginoso, le roccie bagnate e quindi non si può
arrampicare o semplicemente per fare una buona camminata in ambiente
montano e respirare aria pulita!!! L'itinerario escursionistico che
vi propongo è un'ottima soluzione.
Accesso:
da Verona o Vicenza seguire le indicazioni per la Val d’Illasi,
seguirla fino al suo termine.
Descrizione:
partenza dalla località Boschengrobe, appena dopo il paese di
Giazza.
Poco
prima di tale località, sulla sinistra, troverete un parcheggio dove
lasciare l’auto. Seguire la strada asfaltata verso nord. Al primo
tornante troverete un sentiero a sinistra, seguitelo. Lungo
l’itinerario troverete varie scorciatoie che vi permetteranno di
salire più velocemente.
Salite
seguendo un po la strada asfaltata ed un po il sentiero.
Oltrepassare
il rifugio Boschetto.
Continuate
fino al rifugio Revolto, da qui si prosegue lungo il sentiero e si
entra in territorio trentino. Un po lung oil sentiero ed un po lungo
la mulattiera, salite ed oltrepassare il rifugio Passo Pertica verso
il rifugio Scalorbi. Prima di raggiungerlo, dalla mulattiera,
prendete il secondo sentiero a sinistra, indicazione Cima Carega,
rifugio Fraccaroli, conosciuto anche con il nome “Direttissima”.
Salendo,
il bosco si fa sempre più rado fino a diventare una grande pietraia.
La Val di Revolto vista dall'alto |
Entrare
nel vallone della Teleferica ormai in vista del rifugio Fraccaroli e
della cima Carega.
Per
rocciette salire fino alla croce di vetta.
Nelle
giornate molto limpide, guardando a est, si intravvede la laguna
veneta, mentre a sud si distinguono gli appennini, a nord le Dolomiti
ed a ovest, se si è fortunati, il Monte Rosa.
Dopo
il meritato riposo ridiscendere, con attenzione sui ghiaioni, lungo
l’itinerario di salita.
Dislivello:
1400 metri circa
Sviluppo:
24 km circa (andata e ritormo)
Difficoltà:
F
Tempo
necessario: 2 ore per escursionisti allenati, 5 ore per escursionisti
lenti (tempi di salita) ed altre 2 ore circa per la discesa.
Indicazioni
essenziali ma chiare, sentiero molto evidente.
Cartografia:
Monti Lessini/Carega
lunedì 7 ottobre 2013
mercoledì 28 agosto 2013
sabato 24 agosto 2013
mercoledì 21 agosto 2013
domenica 4 agosto 2013
Carè Alto attraverso la cresta sud ovest
La cima del Carè Alto |
Cima isolata ed imponente, è la principale del settore orientale e seconda dell'Adamello.
L'itinerario proposto segue, in salita, la bellissima cresta sud ovest, con accesso dalla Val San Valentino e discesa dal ghiacciaio e la sella di Niscli, passando dal rifugio Carè Alto in Val Borzago e ritorno in Val San Valentino. Un percorso da percorrere in due giorni bivaccando al bivacco Segalla per il grande dislivello, circa 2400 metri totali.
La cresta sud ovest segue il percorso attrezzato dagli austriaci durante la prima guerra mondiale. Le attrezzature sono in stato di abbandono, tranne qualche breve tratto dove corre un cordino metallico di recente fissaggio.
Difficoltà: AD - II. A seconda delle condizioni di innevamento, le difficoltà possono variare. Personalmente, per come l'ho trovato io, oserei il D con passaggi di III.
Difficoltà: AD - II. A seconda delle condizioni di innevamento, le difficoltà possono variare. Personalmente, per come l'ho trovato io, oserei il D con passaggi di III.
Bivacco Malga Dosson |
Il Passo delle Vacche |
L'inizio della cresta sud ovest |
Bivacco Segalla |
Il lago di Malga Bissinia |
Tramonto dal bivacco Segalla |
Seguendo cenge e fessure, i tratti più difficili o esposti sono accompagnati da funi metalliche. |
Si percorre la cresta seguendo le tracce e gli ometti.
Ora salendo ed ora scendendo e poi risalendo nuovamente, seguendo fessure, diedri e cengiette, cercando i punti più facili, ricordiamoci che il tracciato è stato creato agli inizii del 900 ed i materiali e le tecniche di allora non sono di certo paragonabili a quelli dei giorni nostri. Seguire sempre la via più facile, immedesimandosi con gli uomini che allora l'anno creato.
Salendo è possibile dover superare anche tratti di neve in cui è necessario l'uso dei ramponi e della piccozza.
In cima al Carè Alto |
Un'ultima discesa, un po esposta, accompagnata sempre dal cavo metallico e l'ultimo breve tratto di cresta e si è in cima al Carè Alto.
Con una bella giornata, il panorama che si gode da lassù è mozzafiato e dopo la meritata pausa e le foto di rito si può iniziare la discesa.
Rifugio Carè Alto |
A seconda delle condizioni del ghiacciaio, lo si può tagliare seguendo la strada più diretta o se crepacciato girarci attorno seguendo le gobbe ed i denti dei "folletti".
Mirando alla sella di Nacsli ci si trova sul sentiero n.215 che risale al rifugio Carè Alto (2459 m).
Alla fine, risalendo il sentiero n.222, attraverso la Bocca di Conca ci si riporta in Val San Valentino ed in discesa fino al parcheggio di Pian del Forno.
L'itinerario proposto è sicuramente molto affascinante, in ambiente isolato e solitario, da percorrere in condizioni meteo favorevoli nel periodo da tardo primaverile fino ad inizio autunnale. Le difficoltà variano molto dalle condizioni della neve e del ghiaccio.
Il dislivello totale è di circa 2400 metri, quindi è richiesta una certa resistenza.
Il sottoscritto l'ha percorso in free solo senza nessuna assicurazione.
I miei tempi sono stati di 5 ore di salita il primo giorno fino al bivacco Segalla.
Altre 4 ore, il secondo giorno, fino alla cima e dalla cima fino al punto di partenza di altre 5 ore.
A tutti buon divertimento.
A.B.