LE VIE DEL CANYON - ALPE CAMPOBRUN
La parete la si raggiunge facilmente dal rifugio Revolto, scendendo il sentiero n.110 fino al lago secco (quello vero!!!).
LE VIE DEL CANYON - ALPE CAMPOBRUN
Via Stella Alpina, Torre Dino
Dopo svariati anni, ritorno ad arrampicare su Torre Dino. A ripetere, ripulire e parzialmente attrezzare una via alpinstica che avevo salito nell'estate del 2016, vedi post fatto in precedenza.
Lo sviluppo è breve, ma l'ambiente circostante è interessante e "solitario" pur essendo a ridosso della strada.
Per informazioni non esitate a contattarmi.
Via Malga Terrazzo
Difficoltà max: 6a+ (5c obb.)
Lunghezza: 110 m
Esposizione: nord/ovest
Era dallo scorso anno (2021) che avevo iniziato i lavori di manutenzione (pulizia e attrezzatura) su questa via del 1997 di G.Roncolato, S.Posenato e P.Bottegal. e finalmente quest'anno i lavori di ripristino sono riuscito a completarli.
La via è sicuramente la linea più facile della parete, l'altra via è Legati ma liberi, aperta dal sottoscritto nel 2011 con difficoltà massime di 7a, variante lungo lo spigolo di 6b.
Link:
http://orsettoclimber.blogspot.com/2013/06/via-legati-ma-liberi_25.html?m=1
La via Malga Terrazzo, presenta una linea logica, quasi alpinistica, con difficoltà massime di 6a+.
Ha richiesto una grande opera di pulizia da erba e terra, visto che le fessure erano completamente intasate. Eliminati anche vari blocchi instabili.
La via pur resta per molti tratti delicata, sia per la roccia non sempre al top e per la presenza lungo la linea di erba e terra.
Ma consigliabile, visto il breve avvicinamento, 30 min dalla strada, e l'ambiente solitario.
Attrezzata completamente a spit, qualche chiodo (pochi) lungo la linea e le soste con anello di calata per il rientro in doppia.
Accesso:
in auto da Giazza fino ad incontrare il il piccolo parcheggio per Malga Terrazzo. Prendere il sentiero n.277 per Malga Terrazzo che sale con numerosi tornanti fino ad incontrare la grande torre. Dal tornante si stacca una traccia di sentiero che percorre il franoso letto del torrente, seguirla per una trentina di metri fino ad un ometto. Da qui, a destra, alla base della torre, diparte una tracia orizzontale, percorrerla fino ad incontrare l'attacco della via.
Attacco:
Dalla cengia percorrere pochi metri a destra, direzione sud, fino ad incontrare l'attacco. Nome alle base e fittone resinato.
Descrizione:
L1:Salire un canalino a tratti erboso su roccette facili fino alla sosta.
3a, 28m, 4 protezioni.
L2: proseguire diritti per facili placche fino ad un esile cengia, da qui a destra.
4c, 20m, 6 protezioni
L3: risalire la placca, a tratti fessura, fino alla successiva sosta.
6a+, 20m, 7 protezioni
L4: salire in diagonale verso destra, fino ad un facile spallone roccioso, seguirlo fino al suo termine.
4a, 15m, 5 protezioni
L5: obliquare a destra per gradini erbosi fino all'evidente placca. Risalirla e proseguire nel diedro sovrastante fino alla sosta su comoda cengia.
6a, 25 m,10 protezioni
Note:
L3 e L4 escono dalla linea originale della via, tracciando una un percorso piu bello su roccia solida.
Non è escluso in futuro, che vengano tracciate ulteriori linee che corrano parallele o incrocino le vie esistenti.
Discesa: consigliata in corda doppia lungo la linea, altrimenti è possibile uscire seguendo il diedro finale dalla sosta di L5, passi di IV grado, pochi metri.
Si sconsiglia di percorrere la via dopo pioggie, potrebbe diventare scivolosa e quindi pericolosa per le suddette zone erbose.
Come si è detto, è stata eseguita una grande pulizia lungo la linea, ma la stessa, risulta ancor oggi non completamente pulita, prestare attenzione ⚠️
A tutti, buone salite.
22.8.2022
Bosaro Andrea
Presento l'ultimo aggiornamento delle vie nel settore dell'Orso. Parlo di ultimo perché con molta probabilità, da parte mia, non ci saranno più novità visto che ho esaurito, per così dire, la vena "poetica" per nuove aperture.
Questo a causa: di alcune polemiche che sono sorte ultimamente e mi hanno dato molto fastidio, un po' perché mi trasferisco di casa e quindi la val d'Adige risulterà più lontana da raggiungere, più altri fattori che non sto qua ad elencare.
Poi dopo il mio incidente, anche il mio modo di vivere la montagna e quindi anche l'arrampicata, sono cambiati.
Già non ero socievole prima ed ora anche a causa del tempo che passa, mi accorgo di essere sempre più spesso in conflitto con il mondo intero, anche con quelli che ritenevo "amici".
Comunque sia, in quest'ultimo anno non ho fatto grandi vie, mi sono più concentrato sulla manutenzione delle vecchie linee ed ho aperto un paio di nuovi brevi itinerari, un monotono e una linea a due tiri, con difficoltà decisamente modeste:
- via domani é un'altra giorno, 5b, 25m
- via del buco, 6a/A1, 60m
La prima alla fine del settore e la seconda all'inizio.
Come spesso ho ripetuto, il settore dell'Orso è poco o per nulla frequentato, un po perché la roccia non è sempre al top e un po a causa della vegetazione che ogni tanto invade le linee.
Le stesse sono poi attrezzate con fix da 10 o 8 mm, talvolta con cordoni su clessidre, a volte da integrare con qualche nut o friend.
La discesa avviene sempre in corda doppia, consiglio una corda da 70 metri ed in particolare su una via, la via andata senza ritorno, la seconda calata è piuttosto complicata, oppure è meglio avere due mezze corde da 60 metri.
Caratteristica è la via del buco, che nel primo tiro attraversa uno stretto anfratto fra la roccia, mentre il secondo tiro si supera percorrendo in traverso il bordo di un tetto.
Sicuramente questo settore non è per novizi, nemmeno la facile via del grillo brontolone non è banale, presenta vari pezzi con roccia poco solida e le varie soste non sono in linea. Dalla terza sosta, un eventuale ritirata diventa complicata.
Se si raggiunge la cengia, consiglio di scendere dalla via Deja vu, (grosso albero con cordoni) con corda da 70 metri, sono tre calate.
Mi sembra d'aver detto tutto.
Per ulteriori informazioni mi potete scrivere su: abosa2007@gmail.com
Oppure potete seguirmi da Instagram, cercate "orsettoclimber".
Buone arrampicate a tutti.
Bosaro Andrea
Dopo svariato tempo mi appresto a riscrivere su questo blog.
E voglio parlarvi di un sito di arrampicata a me particolarmente caro, un settore a cui ho dedicato molto del mio tempo libero e che lo considero un po' "mio" in tutti i sensi.
Correva l'anno 2015 quando mi avvicinai per la prima volta a questa parete. Parete infestata da vegetazione di ogni tipo e tratti anche impervi.
È costato un bel po' di lavoro per aprirsi una traccia più o meno agevole.
Negli ultimi mesi, oltre alla pulizia e al mantenimento dei "vecchi" itinerari, mi sono impegnato alla ricerca di una nuova linea, linea che da tempo avevo nella mia testa. L'opera non è ancora riuscita, spero il prossimo anno di riuscirci.
Nel frattempo, presento quello che fino ad ora ho costruito.
Io ho da sempre privilegiato le vie a più tiri, ma dove non si poteva fare altrimenti ne è uscito qualche monotiro.
Un po' di storia.
Come dicevo, la prima via nata è stata la via "Explore".
Una via decisamente esplorativa che seguiva una linea apparentemente "facile". Dopo il primo tiro mi accorsi che era "inquinata" dai fittoni della ex ferrovia, ma decisi ugualmente di proseguire. La linea è stata parzialmente ripulita dai fittoni nel gennaio del 2019. Quelli attualmente rimasti in via non sono pericolosi, ma per i puristi, "sporcano" un po' la salita.
Negli anni successivi sono nate le altre.
In ordine temporale:
- via "Nella tana dell'orso", 7a (la più dura)
- via "Deja vu", 6a+ (la più bella)
- via del "Grillo brontolone", 5c (la più facile)
- e per ultima "L'alba del giorno dopo", 6a e A2, via da terminare ma con i primi due tiri agibili.
Fra l'una e l'altra sono nati anche alcuni monotiri:
- via "Scorpio", 6b
- via "Not so easy", 6b
- via "Jumanji", 6c
- via "Last minute", 6b/c (dalla cengia)
Ps: esistono anche altri monotiri a cura di Marco Battaglia, ma non ho note descrittive, ne tantomeno le difficoltà.
La via Deja vu, all'ultima lunghezza, presenta una variante diretta molto più interessante dell'uscita originale che sale a destra.
Le vie a più tiri presentano uno sviluppo di circa 100 metri. I monotiri massimo 30 metri.
Accesso
Da Verona dopo il paese di Volargne, percorrere la statale verso Trento per circa 1km fino a raggiungere la Chiusa di Ceraino. Parcheggiare l'auto 50m prima del ristorante la Chiusa, in un piccolo parcheggio sulla destra. Ora salire la breve scalinata ricavata con tronchi di albero e raggiungere la base della parete. Il primo settore che si incontra è il settore Eldorado, lo si percorre interamente a destra, sud, fino ad un breve saltino roccioso, scalini artigianali in ferro. Superarlo e proseguire ancora verso sud, superare un altro breve salto roccioso e sempre seguendo la parete rocciosa si arriva al settore dell'Orso (ingresso della vecchia ferrovia in basso a destra). 5 minuti dal parcheggio.
Una traccia sali e scendi porta all'attacco delle vie.
Note
Le vie si possono percorrere tutte con una corda da 60m ma io consiglio una corda da 70m, in quanto, in discesa, in corda doppia, si possono concatenare più tiri e quindi la stessa risulta più veloce. La discesa avviene solo in corda doppia, non esistono sentieri.
Dalla cengia, per la discesa, consiglio di utilizzare la via Deja vu, con tre calate si è alla base della parete (sosta alta su albero in centro alla cengia).
Per la via l'alba del giorno dopo, dalla seconda sosta meglio avere una seconda corda (calata di 60m nel vuoto).
Il sito è poco conosciuto e tanto meno frequentato.
Le vie, nonostante la pulizia, sono, talvolta, un po' sporche d'erba o di terriccio, soprattutto nei passaggi più semplici.
La roccia è in generale un bel calcare giallo/rosso, con roccia talvolta pungente e prese generose, ma presenta anche dei passaggi più tecnici con calcare grigio a gocce.
Le linee, nonostante la pulizia, presentano ancora qualche sasso instabile, quindi si prega di fare attenzione.
-------------------------------
Mi sembra di aver detto tutto, quindi non mi rimane altro che augurarvi buone arrampicate.
Per qualsiasi informazione potete scrivermi.